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Coltivare marijuana light in Italia è possibile? Quali sono le cose da sapere

Staff WeWeed

coltivare marijuana light
Indice

Cosa dice la legge italiana riguardo al coltivare marijuana light? È possibile farlo legalmente? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Da qualche tempo a questa parte, la marijuana sta vivendo una sorta di rinascita in molti paesi europei, tra cui l’Italia. Sempre più studi concordano sul fatto che la cannabis (la pianta da cui si ricava la marijuana) avrebbe proprietà terapeutiche potenzialmente molto utili nel trattamento di patologie anche gravi. Questo è quanto riporta anche un articolo della AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro), secondo il quale esperimenti in cellule in coltura e in animali di laboratorio mostrano alcuni effetti antitumorali dei cannabinoidi. In più, si legge sempre sul sito dell’AIRC:

“gli studi esistenti dimostrano l’utilità della marijuana nel controllo del dolore, specie neuropatico, e della nausea. Inoltre il fumo di marijuana aumenta l’appetito nei pazienti in chemioterapia.”

Con l’opinione pubblica che tende a demonizzare sempre meno questa pianta dalle numerose proprietà benefiche e l’entrata in vigore di una legge che ne regolamenta l’uso, la cannabis si è guadagnata una grossa fetta di mercato nel nostro Paese. Ma che dire dei coltivatori? Quali norme deve conoscere e rispettare chi intende far crescere le proprie piante di cannabis light sul suolo italiano?

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Coltivare Marijuana Light

In Italia, l’unico tipo di cannabis consentito dalla legge 242/2016, è la Cannabis Light. Questo decreto di legge legalizza la coltivazione della Cannabis Sativa L. “quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità”.

Le varietà rientranti in questa categoria sono dette “light” (leggere), perché contengono una bassissima percentuale di THC: lo 0,2% per l’esattezza, ma, se si può dimostrare di aver utilizzato semi certificati, la soglia di tolleranza sale fino allo 0,6%. Questo fa si che la marijuana ricavata da queste piante sia priva degli effetti psicotropi tipici del tetraidrocannabinolo, conservando invece tutto il potere rilassante e calmante di altri principi attivi, come il CBD. Per approfondire questo argomento puoi leggere questo articolo che offre una descrizione dei vari principi attivi presenti nella cannabis light.

Coltivare Marijuana Light in Italia è quindi legale. Con la domanda di prodotti a base di cannabis light in continua crescita, sempre più imprenditori stanno dedicando i propri sforzi a questa attività. Per iniziare a coltivare cannabis light non è necessario essere in possesso di requisiti professionali particolari, ma ci sono dei dettagli essenziali che il coltivatore deve conoscere se non vuole andare incontro a problemi di natura legale.

Cosa è bene sapere

Semi certificati

Abbiamo accennato a “semi certificati” poco fa. E infatti questo è proprio il primo e più importante fattore da tenere in considerazione se si vuole coltivare cannabis legale o anche solo produrne privatamente. I semi che è possibile usare sono quelli delle piante di cannabis rientranti nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole. Questi semi sono selezionati perché appartenenti a varietà producenti livelli molto bassi di THC (0,2% con tolleranza fino allo 0,6%). È molto importante prestare attenzione a questo fattore. Se le nostre piante non rispetteranno i limiti di THC imposti dalla legge potremo andare incontro a non pochi problemi. Il sequestro dell’intera piantagione ed eventualmente la sua distruzione sono tra le procedure previste in caso di piante che non rispettino i parametri di legge. Anche in questo caso però, poter dimostrare di aver acquistato prodotti certificati da rivenditori autorizzati potrà fare la differenza. Per l’acquisto dei semi, quindi, è sempre meglio rivolgerci ad un rivenditore autorizzato e professionale al fine di essere certi di agire nell’ambito della legalità.

Cartellino e Fattura d’Acquisto

Quanto detto finora è il punto di partenza per chiunque stia pensando di avviare una coltura di Cannabis Light. Ma attenzione. L’acquisto di semi certificati da solo potrebbe non essere sufficiente a garantire al coltivatore l’assenza di problemi relativi a eventuali controlli. È fondamentale sapere che i semi delle varietà di canapa legale autorizzati sono contrassegnati con un cartellino presente sul sacco o sulla confezione. Questo cartellino attesta la legalità del seme ed è molto importante conservarlo in vista di un eventuale controllo da parte delle autorità. Conservare il cartellino non è solo un consiglio, ma un vero e proprio obbligo, come esplicitamente affermato dall’articolo 3 del D.Lgs. 242/2016. Lo stesso articolo prevede che sia anche obbligo del coltivatore conservare per 12 mesi la fattura d’acquisto delle sementi, al fine di poter dimostrare che l’acquisto è stato effettuato da un rivenditore autorizzato.

Se ci si atterrà a queste indicazioni non sarà necessaria nessuna autorizzazione particolare per coltivare Cannabis Light. Sempre la legge 242/2016 ci dice infatti che “la coltivazione della canapa con un tasso di THC inferiore o pari allo 0,2% è consentita senza necessità di autorizzazione. Come prevede il regolamento nel caso in cui la percentuale sia superiore allo 0,2% ma non superi lo 0,6%, l’agricoltore non avrà alcuna responsabilità”.

Altre cose importanti da sapere

Ma non è tutto. Quelli che abbiamo elencato finora sono certamente punti di fondamentale importanza per chiunque voglia affacciarsi sul mondo della coltivazione di cannabis, ma ci sono altri fattori che è bene conoscere. Essere preparati può fare la differenza tra una multa o meno.

Anzitutto è bene sapere che qualunque controllo effettuato dalle forze dell’ordine sulla piantagione dovrà per forza di cose verificarsi in presenza del proprietario. Quest’ultimo dovrà essere pronto a mostrare la certificazione dei semi in suo possesso oltre che eventualmente le fatture di acquisto degli stessi.

Le autorità preposte al controllo potrebbero richiedere il prelievo di un campione di pianta al fine di analizzarlo. In questo caso parte del campione verrà lasciato in possesso del proprietario in modo che sia sempre possibile confermare la provenienza della parte di campione sottoposta ad analisi.

coltivare marijuana light

Coltivare Marijuana Light in casa

Quanto detto finora non si applica soltanto a grandi coltivazioni su terreno o a colture su larga scala in generale, ma anche alla piantagione di poche piantine a livello domestico. L’elemento determinante per essere sicuri di agire nel rispetto delle regole è sempre lo stesso. Utilizzare semi certificati che rispettino i livelli di THC indicati dalla legge e conservare le certificazioni ad essi relative ci risparmierà un sacco di grane. Nessun motivo di nascondere la propria piantina di cannabis light, dunque, che potrà tranquillamente stare in balcone o dove più ci piace, purché rispetti queste direttive. La giurisprudenza e la tossicologia forense ci dicono infatti che al di sotto delle soglie di THC previste dalla legge, le infiorescenze della nostra pianta di cannabis non hanno effetti psicoattivi rilevanti e di conseguenza non si può parlare di droga leggera.

Ricapitolando

Coltivare Marijuana Light in Italia è legale. Non occorrono particolari autorizzazioni per cimentarsi nella coltivazione di questa varietà legale della canapa, ma è necessario conoscere le poche (ma ferree) regole che la riguardano. I semi devono appartenere alle categorie di cannabis certificate, ossia rientranti nel catalogo comune delle varietà. In questo modo saremo certi di star utilizzando semi di piante con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Se anche, in seguito ad un controllo, questo parametro dovesse risultare superiore (fino allo 0,6%), la nostra piantagione non correrà alcun rischio. Conservando le certificazioni dei nostri semi e la fattura d’acquisto come prova, potremo tranquillamente dimostrare di aver acquistato da un rivenditore autorizzato e di conseguenza stare sereni. Se poi le nostre piante dovessero contenere una percentuale di THC superiore anche allo 0,6%, le autorità competenti potrebbero decidere di procedere al sequestro delle stesse. Anche in questo caso però, essere in possesso delle certificazioni e della fattura d’acquisto ci esonererà da qualsiasi conseguenza legale.

Oggi il mercato della Cannabis Light e dei prodotti da essa derivati sta avendo una forte espansione nel nostro paese. Grazie alla continua crescita di questo mercato sempre più prodotti stanno comparendo nei vari cannabis shop e nei negozi online. Questi prodotti vanno dalle infiorescenze cbd, agli edibili, fino agli oli al CBD e sono perfetti per chi ha bisogno di rilassarsi.

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