THC nel sangue: quanto dura e 4 metodi per nasconderlo

Staff WeWeed

thc nelle analisi del sangue
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La durata del THC nel sangue dipende da diversi fattori, tra cui la quantità di THC consumata, la frequenza e la durata dell’uso, il metabolismo individuale, il peso corporeo e l’età. In generale, il THC può essere rilevato nel sangue per alcune ore dopo l’uso, ma può essere rilevato anche per diversi giorni o addirittura settimane in alcuni casi.

In questo articolo vedremo infatti come si rivelano le tracce di THC nelle analisi del sangue, quanto tempo rimangono e quali sono le conseguenze di una presenza prolungata del THC nel nostro sangue. A fine articolo puoi anche trovare qualche informazione sul rilevamento del thc nei casi di utilizzo di cannabis al cbd, conosciuta come cannabis light.

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Quanto resta il THC nel sangue?

Per quanto tempo è rilevabile il THC nelle analisi del sangue? La realtà è che non c’è una risposta certa e univoca a questa domanda. La permanenza del THC nel sangue dipende da numerosi fattori, tra i quali il nostro stile di vita, l’indice di massa corporea, l’alimentazione e l’attività sportiva praticata. Per dare comunque una risposta in media, ci affidiamo ad alcune ricerca recenti del mondo scientifico. Una pubblicazione del 2017 del Journal of Psychatry stima che sia possibile rintracciare il THC nel sangue, dopo assunto THC, per massimo 3 giorni. Ma, aggiungono i ricercatori, questo periodo cambia se si fuma una quantità maggiore di cannabis, o se si è consumatori abituali.

Se già si suppone di fumare due o tre volte alla settimana, questo lasso di tempo si estende anche per sette giorni. Se si è consumatori cronici, invece, e si è soliti assumere marijuana quotidianamente, si può arrivare fino a 20 giorni di permanenza del THC nel sangue dopo l’ultima assunzione. Cambiando il tipo di test, ovviamente, cambiano anche questi intervalli temporali. Un test delle urine può arrivare facilmente a rilevare tracce di cannabis nel sangue dopo un mese. Quello della saliva si ferma alle 24 ore successive all’assunzione.

Il test del capello, infine, è quello con un tempo di rilevamento più lungo. Può arrivare a rintracciare tracce di THC fino a 90 giorni dopo l’utilizzo, ma in compenso si rivela anche molto meno affidabile dei precedenti (in quanto spesso si ottengono falsi positivi).

Rilevare tracce di THC nel sangue

In ambito sportivo, ma anche spesso lavorativo o semplicemente quando si circola con veicoli, diventa spesso necessario rintracciare tracce di tetraidrocannabinolo anche a giorni dal consumo, ed è per questo che esistono diverse tipologie di test antidroga.

Le analisi del sangue per il THC vengono effettuate solitamente su richiesta delle forze dell’ordine o dei datori di lavoro, e necessitano sempre di un operatore sanitario per essere eseguiti. Una volta prelevati, i campioni vengono inviati a un laboratorio specializzato in analisi chimiche, che effettua le dovute analisi per risalire alla concentrazione di THC nel sangue.

Che analisi bisogna fare per vedere il THC nell’organismo?

Test del sangue:

il THC può essere rilevato nel sangue entro pochi minuti dall’uso e può essere rilevato fino a 2-3 giorni dopo l’ultimo utilizzo per un utilizzatore occasionale e fino a una settimana o più per un utilizzatore abituale.

Il test per trovare il thc nel sangue è un test medico che viene utilizzato per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue di una persona. Il test può essere utilizzato in diversi contesti, come la guida sotto l’influenza di droghe, l’assunzione di lavoro o la partecipazione a competizioni sportive.

Lo stesso test può rilevare anche la presenza di altre sostanze stupefacenti, tra cui la cocaina, gli oppiacei, le anfetamine e altri stimolanti. Il test viene eseguito in un laboratorio di analisi del sangue e richiede il prelievo di una piccola quantità di sangue da una vena del braccio.

Durante il test del sangue antidroga, il sangue viene analizzato per la presenza di metaboliti delle sostanze stupefacenti. I metaboliti sono sostanze chimiche prodotte dal corpo quando una sostanza stupefacente viene metabolizzata. La quantità di metaboliti presenti nel sangue può essere utilizzata per determinare se una persona ha usato una sostanza stupefacente di recente.

Il test del thc nel sangue è considerato uno dei metodi più precisi per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue di una persona. Tuttavia, la durata della rilevazione dipende da vari fattori, come la quantità e la frequenza dell’uso, il metabolismo individuale e il tipo di sostanza stupefacente utilizzata.

THC nelle analisi del sangue

Test delle urine:

Anche questo test viene usato in contesti come il controllo antidroga sul lavoro, i controlli antidoping nello sport e nei programmi di riabilitazione per la dipendenza da droghe. Il THC può essere rilevato nelle urine entro 2-5 ore dall’uso e può essere rilevato fino a 3-30 giorni dopo l’ultimo utilizzo, a seconda della frequenza e della quantità di utilizzo.

Anche nel caso del test delle urina il campione viene analizzato per ricercare la presenza di metaboliti delle sostanze stupefacenti. E anche in questo caso è la quantità di metaboliti che determina se una persona ha utilizzato una sostanza stupefacente di recente.

Il test delle urine antidroga è considerato il metodo più comune rilevare la presenza di sostanze stupefacenti nel corpo. Anche in questo caso la durata della rilevazione dipende dalla sostanza utilizzata, dalla quantità e dalla frequenza dell’uso, dal metabolismo individuale e dal momento in cui è stata eseguita l’ultima assunzione di droga.

Test della saliva:

Il test della saliva THC è un test utilizzato per rilevare la presenza di THC nella saliva di una persona. Il test viene eseguito utilizzando un tampone per la raccolta della saliva che viene strofinato all’interno della bocca della persona.

Il test della saliva THC può rilevare la presenza di THC nel sistema di una persona entro pochi minuti dall’uso della marijuana. Il test viene eseguito cercando i metaboliti del THC nella saliva della persona, che vengono prodotti dal corpo durante il metabolismo del THC.

In generale, il THC può essere rilevato nella saliva fino a 24-48 ore dopo l’ultimo utilizzo, anche se ciò dipende dalla quantità di THC consumata, dalla frequenza dell’uso e dal metabolismo individuale.

Il test della saliva THC è considerato uno dei metodi più convenienti per rilevare la presenza di THC nel sistema di una persona. È un test non invasivo e richiede solo pochi minuti per essere eseguito. Inoltre, il test può essere eseguito su un individuo in qualsiasi momento, a differenza del test delle urine o del test del sangue che richiedono la raccolta del campione.

Tuttavia, il test della saliva THC può produrre alcuni falsi positivi o falsi negativi, poiché il THC può essere rilevato nella saliva solo per un breve periodo di tempo e la sensibilità del test può variare a seconda del produttore. Inoltre, la rilevazione del THC nella saliva non indica necessariamente che una persona sia attualmente sotto l’effetto della marijuana, poiché il THC può essere presente nella saliva anche dopo che gli effetti psicoattivi della droga si sono dissipati.

Test dei capelli:

Durante il test dei capelli THC, viene prelevato un campione di capelli da una persona e viene analizzato alla ricerca di tracce di THC. Il test può rilevare la presenza di THC nei capelli per un periodo di tempo che va da alcune settimane fino a diversi mesi o addirittura anni dopo l’ultimo utilizzo.

Il test dei capelli THC funziona in modo simile al test delle urine o del sangue THC, cercando i metaboliti del THC nel campione biologico. Tuttavia, il test dei capelli può rilevare la presenza di THC anche se l’uso è avvenuto diversi mesi o anni prima del test. Ciò è possibile perché il THC si deposita nei capelli durante la crescita dei capelli e può rimanere presente nei capelli per un lungo periodo di tempo.

Il test dei capelli THC è considerato uno dei metodi più accurati per rilevare la presenza di THC nel sistema di una persona. Tuttavia, il test può produrre risultati falsi positivi o falsi negativi a seconda di vari fattori, come la qualità del campione di capelli prelevato, la frequenza e la quantità di utilizzo e la tipologia di test utilizzato.

THC nelle analisi del sangue

Come si rintraccia il THC nelle analisi del sangue?

Una volta arrivato al laboratorio, il campione viene diviso in due porzioni, essenziali entrambi per verificare e confermare la presenza del THC nel sangue. Il primo passaggio è quello che viene definito test di screening per la ricerca di sostanze di abuso (in questo caso, il THC), e si effettua sulla prima porzione di sangue. Se il risultato è negativo, non serve procedere con ulteriori analisi. Se invece è positivo, ovvero se la concentrazione di THC rilevata supera quella di cut-off (la soglia di tolleranza del test, fissata a 50ng di THC-COOH, un prodotto del metabolismo del THC), allora diventa necessario effettuare un’analisi ulteriore, che conferma o esclude la presenza del principio attivo. Questa avviene sulla seconda porzione, che diventa a tutti gli effetti un campione di controllo.

L’analisi viene effettuata mediante cromatografica gassosa o liquida, accoppiata a un rivelatore a spettrometria di massa. Questo sistema permette di separare gli elementi presenti nel nostro sangue, THC compreso, e di identificarli singolarmente grazie al loro peso molecolare, facendoli collidere con un fascio di elettroni a energia nota (o con un gas ad alta pressione).

La positività solo al primo dei due passaggi non rende positivo il test. È necessario infatti che entrambe le porzioni di sangue diano positivo al test per il thc nel sangue. È importante inoltre precisare che test di questo tipo non danno anche una misura quantitativa del THC nel sangue. Al termine dell’analisi sappiamo solo se il THC supera la suddetta soglia di tolleranza, o cut-off, ma non di quanto. Maggiore è la concentrazione di THC nella cannabis consumata, però, maggiore sarà ovviamente la sua permanenza nel sangue e la probabilità che un test antidroga lo rilevi.

Si può smaltire il THC? E se sì, come?

Se è vero che è difficile stabilire con esattezza cosa influisca sulla permanenza del THC nel nostro sangue, è vero anche che ci sono dei fattori che possiamo controllare. Online, ad esempio, sono presenti moltissimi consigli per sottoporsi con più tranquillità al test delle urine. Come, ad esempio, bere molta acqua e assumere zinco per diluire il THC e per scomporlo in modo che la concentrazione finale sia inferiore alla soglia di cut-off. Sono però consigli approssimativi, che non sempre funzionano. Ci sono però alcuni sistemi che possono aiutarci.

In primis, sospendere l’assunzione di marijuana diversi giorni prima di effettuare il test per minimizzare il thc nel sangue. Maggiore è il tempo che ci separa dall’ultimo consumo, minore sarà la concentrazione di THC nelle analisi del sangue. Se sappiamo di dover effettuare un test a settimane di distanza, la cosa migliore che possiamo fare è smettere subito di fumare e attendere. Il THC, giorno dopo giorno, verrà metabolizzato dal nostro organismo ed espulso. Se abbiamo fatto le cose in tempo, è molto probabile che la concentrazione finale non superi la soglia di cut-off.

Per i test delle urine, possono rivelarsi molto utili anche le bevande disintossicanti. Sono preparati di integratori alimentari ad alto contenuto di sostanze diuretiche, che aiutano ad espellere il THC presente nell’organismo. Possono essere acquistati già pronti o, in alternativa, si possono preparare in casa con limone, caffè e succo di ribes.

Adottare uno stile di vita sano aiuta a ridurre la concentrazione di THC nel sangue

La verità, però, è che agire in anticipo è il metodo migliore per non incorrere nella positività ai test antidroga. Praticare sport e seguire una dieta equilibrata sono i sistemi più sicuri per ridurre i rischi nelle successive analisi del sangue. Il movimento aiuta a ridurre la massa grassa, che è il luogo in cui si deposita la maggiore concentrazione di THC. Correre con una certa frequenza aiuta a smaltire il grasso e favorisce la sudorazione, e la combinazione di questi due fattori riduce la concentrazione del THC. E influenza positivamente quanto resta il THC nel sangue.

Una dieta sana ed equilibrata, a sua volta, aiuta ad evitare l’accumulo di massa grassa e il conseguente assorbimento di THC. Assumere cibi ricchi di fibre e proteici, inoltre, favorisce l’espulsione dei metaboliti e la corretta attività intestinali. Aiutandoci a diminuire la concentrazione di THC nel sangue.

CBD e sport: benefici

Gli effetti di una presenza continuativa del THC nel sangue

Una presenza costante e continuativa di THC nel sangue, abbiamo visto, presenta numerosi svantaggi. In primis, a livello sportivo e lavorativo. Se si lavora per un’azienda che effettua periodici test anti-droga o se si fa parte di un circolo sportivo, è possibile che il tempo tra un test e l’altro non sia sufficiente a garantire l’assenza di THC nel sangue. Abbiamo detto prima che la permanenza del THC può dipendere da numerosissimi fattori, che spesso non controlliamo. Più marijuana tradizionale si consuma, e con più frequenza, e maggiore è la probabilità di ottenere una positività al test anche quando sono trascorse settimane dall’ultima assunzione.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare i rivolti medici della questione. Un’alta concentrazione dei principi attivi della cannabis nel sangue può dare effetti prolungati e dannosi per il nostro organismo. Maggiore è la concentrazione di THC nel sangue, maggiori saranno i suoi effetti collaterali. Ansia, paranoia, tachicardia e comparsa di allucinazioni sono disturbi che aumentano in presenza di alte quantità di principio attivo nel nostro sangue.

Per questo, è bene sempre limitare l’assunzione di marijuana e fare attenzione a non abusarne. Anche perché le sanzioni, a seconda dell’ambiente in cui si lavora o della situazione in cui viene effettuato il test, possono essere davvero molto salate.

Come nascondere il THC nel sangue?

Esiste alcuni metodi efficaci per assorbire il THC nel sangue

Il carbone attivo

Il carbone attivo è una sostanza che favorisce l’espulsione di principi attivi presenti nel nostro corpo, THC compreso. Questo perché è n grado di legarsi ai metaboliti del THC (THC-COOH e THC-COOH-glucoronide) presenti nel nostro intestino dopo l’assunzione, e impedisce al nostro corpo di assorbirli. Reagendo con il THC e modificandolo ne favorisce dunque l’espulsione, diminuendo la concentrazione di THC che verrà rilevata dagli esami del sangue.

Il carbone attivo può essere assunto sotto forma di capsule, ma anche attraverso la preparazione di ricette come il pane al carbone attivo. Attenzione però a non abusarne, perché si tratta comunque sempre di un elemento esterno da bilanciare con sapienza nella nostra dieta abituale.

Bere molta acqua:

Bere molta acqua può aiutare a diluire il sangue e può ridurre la concentrazione di THC nel sangue. Tuttavia, bere troppa acqua può essere pericoloso per la salute e può causare problemi come la diluizione del sodio nel sangue, nota come iponatriemia.

Fare esercizio fisico:

Fare esercizio fisico può aiutare a bruciare il grasso corporeo dove il THC può accumularsi. Ciò può aiutare a ridurre la presenza di THC nel sangue. Tuttavia, l’esercizio fisico può anche aumentare temporaneamente i livelli di THC nel sangue, quindi è importante evitare di esercitarsi poco prima di un test antidroga.

Fare la sauna

Come nell’esercizio fisico, una parte della differenza viene fatta dalla sudorazione. La sudorazione partecipa nell’espulsione delle tossine presenti nel nostro corpo. Fare delle sane sudate in alcune sessioni di sauna è sicuramente un altro metodo efficace per diminuire il THC nel sangue.

Nessuno di questi quattro metodi garantisce un test negativo o l’assenza di thc nel sangue. Sicuramente metterli in pratica tutti e tre potrebbe essere la soluzione nella maggior parte dei casi!

THC vs CBD: cosa cambia nelle analisi del sangue

Abbiamo visto che il THC nel sangue permane al lungo e che i test antidroga possono rilevarlo anche giorno dopo l’assunzione. Ma lo stesso discorso si applica anche alla marijuana light? I prodotti ad alto contenuto di CBD danno gli stessi problemi di quelli al THC? La risposta è no, o almeno non proprio. La cannabis legale che si acquista in Italia e in Europa ha sempre una concentrazione di THC inferiore allo 0,5%. Ed essendo il CBD un principio attivo non psicotropo, la sua concentrazione nel nostro sangue non è indagata e non è pericolosa. Però è bene specificare che, anche se in bassissime concentrazioni, una minima parte di THC rimane nella marijuana light. Quello 0,5% potrebbe darci problemi in un test antidroga, se non facciamo attenzione. La cosa migliore, dunque, è evitare di assumere marijuana light poco prima del test. Meglio anche interrompere uno o due giorni prima, in modo che l’organismo abbia il tempo di smaltire tutti i residui e di ripulirsi. La soglia di tolleranza per il THC nel sangue dovrebbe essere abbastanza alta da non considerare le tracce della cannabis light, ma è sempre bene non rischiare. Occhio anche ai prodotti edibili, agli oli cbd e alle farine di canapa. La cosa migliore è limitare il consumo dei derivati della cannabis per qualche giorno, per poi tornare a consumarli più sereni subito dopo il test. Specie se in gioco c’è la propria carriera lavorativa o sportiva, o se si rischia una multa decisamente indesiderata.

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