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Fotoperiodo e cannabis, cosa si intende

Staff WeWeed

fotoperiodo
Indice

Quando ci si prende cura di una pianta sono molti gli aspetti a cui prestare attenzione: condizioni del terreno, fattori climatici, corretta irrigazione ecc. Se vogliamo però comprendere appieno come ottenerne il massimo rendimento, dobbiamo conoscere il suo fotoperiodo.

Vediamo insieme cosa si intende per fotoperiodo e come questo aspetto influisce sulla coltivazione della cannabis.

Cos’è il fotoperiodo

fotoperiodi

Con il termine fotoperiodo si intende la durata del periodo di illuminazione giornaliera di un determinato organismo. Questo aspetto è fondamentale per le piante, in quanto regola una serie di funzioni di vitale importanza.

Ad esempio, in base ai fotoperiodi la pianta cambia il suo stato da vegetativo a riproduttivo e regola la crescita di internodi e radici. Inoltre è ormai provato che tutta la fisiologia cellulare vegetale sia in stretto rapporto con il fotoperiodo.

 

Come sono classificate le piante in base al fotoperiodo

Ovviamente non tutte le piante hanno bisogno dello stesso apporto di luce, per cui è importante classificarle in base alle differenze tra fotoperiodi:

  • longidiurne: sono piante che necessitano di un periodo luminoso abbastanza ampio, in genere a compreso tra le 12-14 ore al giorno;
  • brevidiurne: necessitano di un periodo luminoso minore, al di sotto delle 12 ore giornaliere;
  • neutrodiurne: non sono influenzate tanto dall’illuminazione quanto dalla temperatura;
fotoperiodi

Oltre a questi tre macro-insiemi abbiamo delle vie di mezzo, come le specie brevilongidiurne. Queste sono sensibili in egual misura all’esposizione luminosa e alla temperatura, per cui il coltivatore esperto potrà “giocare” bilanciando i due aspetti.

Sono sensibili al fotoperiodo piante e fiori comuni, come ad esempio iris, tabacco e crisantemi.

Dobbiamo comunque tenere presente che queste classificazioni, per quanto accurate, possono variare anche tra esemplari della stessa specie. Ad esempio, due iris apparentemente identici possono avere dei genotipi diversi e quindi rispondere a due fotoperiodi differenti.

 

Come funziona il fotoperiodo con le piante di cannabis

fotoperiodo

Ma come influisce il fotoperiodo sulle piante di cannabis?

Anzitutto è necessaria una precisazione: tutte le piante di cannabis sono sensibili al fotoperiodo, ma non tutte sono chiamate fotoperiodiche. Quando si parla di cannabis fotoperiodica, infatti, si intende la cannabis “originale”, ovvero come si trova allo stato naturale. Alternative a questa varietà sono, ad esempio, le piante autofiorenti.

La differenza tra fotoperiodiche e autofiorenti sta nella lunghezza del ciclo vegetativo. Con le prime è infatti possibile intervenire anticipando o ritardando la fase di fioritura, mentre le piante autofiorenti hanno un periodo vegetativo prestabilito.

>>Probabilmente può interessarti anche questo articolo dedicato alle piante autofiorenti!

Adesso andremo ad analizzare nello specifico il comportamento della cannabis fotoperiodica.

Come dicevamo in apertura, uno dei principali effetti del fotoperiodo è il cambio di stato della pianta, da vegetativo a riproduttivo. Le piante di cannabis hanno un fotoperiodo vegetativo di 18-24 ore di luce giornaliera. Questa fase in genere dura tra le 4 e le 6 settimane.

fotoperiodi

Il periodo vegetativo è il momento di sviluppo della pianta, e se stiamo coltivando varietà fotoperiodiche possiamo manipolarlo a nostro beneficio: se ad esempio stiamo coltivando indoor e abbiamo uno spazio ristretto, potremo limitare l’espansione della nostra pianta interrompendo in anticipo la fase vegetativa. Viceversa, se desideriamo farle ottenere dimensioni maggiori, potremo prolungare l’esposizione di qualche settimana.

Una volta terminato il ciclo vegetativo, la nostra pianta entrerà in fase di fioritura: in questo caso, avrà un fotoperiodo 12/12 (12 ore di luce e 12 ore di buio). La durata media di questa fase in genere è 9 settimane.

fotoperiodo piante

Vantaggi della cannabis fotoperiodica

Le piante fotoperiodiche possono presentare diversi vantaggi, e il controllo delle fasi è solo uno di questi. Ad esempio, è molto facile riportarle allo stato vegetativo dopo il raccolto. In questa maniera si otterranno più raccolti da una stessa pianta, cosa impossibile con una varietà autofiorente.

Un altro beneficio interessante riguarda la clonazione e la produzione di talee. Le varietà fotoperiodiche, infatti, possono servire da pianta madre molto più a lungo del corrispettivo autofiorente.

Ovviamente questo non significa che una tipologia sia migliore dell’altra, semplicemente sarà il coltivatore a scegliere la pianta più adatta alle proprie esigenze.

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