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Cosa sono le piante di marijuana autofiorenti e come coltivarle?

Staff WeWeed

Indice

Ad un occhio inesperto le piante di marijuana autofiorenti potrebbero sembrare piante di Cannabis normali, ma le differenze ci sono eccome!

La varietà di marijuana autofiorente è così chiamata per la sua capacità di fiorire automaticamente e velocemente una volta raggiunta la piena maturità. Le quantità di luce e di buio a cui queste particolari varietà di Cannabis vengono esposte non sono importanti ai fini della fioritura. I fiori sono infatti in grado di svilupparsi, quando è il momento, indipendentemente dalla quantità di sole ricevuto. Ciò nonostante, i coltivatori sono ben consci del fatto che per ottenere una resa ottimale è necessario esporre le piante a numerose ore di luce. A questo scopo, le autofiorenti sono spesso esposte a 24 ore di luce artificiale oppure a cicli di 18 ore di luce e 6 di buio. Coltivare marijuana autofiorente indoor è la soluzione ideale per produzioni “casalinghe” che richiedano meno impegno garantendo comunque risultati soddisfacenti.

Le caratteristiche di fioritura autofiorenti si rivelano sorprendentemente convenienti rispetto alle piante regolari di Cannabis. Queste ultime hanno infatti fioritura stagionale. Ciò significa che per fiorire devono ricevere quantità di luce molto specifiche (12 ore di luce e 12 di buio), tipiche dell’autunno. L’assenza di tale vincolo da parte delle varietà di marijuana autofiorenti costituisce un evidente vantaggio nei confronti delle loro sorelle fotodipendenti. Le ore di luce autofiorenti possono essere incrementate fino al 100% giornaliero se paragonate alle cugine più sensibili. Ciò ha fatto si che le varietà di piante autofiorenti si diffondessero ampiamente negli ultimi anni, conquistando il mercato grazie alla loro facilità di coltivazione.

Caratteristiche delle varietà di marijuana autofiorenti

La Cannabis autofiorente è il frutto dell’incrocio tra varietà femminizzate di Indica o Sativa e la varietà di Cannabis Ruderalis. Quest’ultima è molto resistente alle condizioni climatiche avverse e ai parassiti e fiorisce automaticamente. Inoltre presenta un fusto molto più basso rispetto a quello delle altre specie. Questo tratto caratteristico è mantenuto nella marijuana autofiorente, la quale presenta in genere una statura decisamente ridotta. Le più piccole misurano circa 60 cm, mentre le piante autofiorenti più alte non superano quasi mai i 2 metri.

L’altezza contenuta della Cannabis autofiorente la rende perfetta per essere coltivata indoor con estrema facilità. Allo stesso tempo però la loro resistenza alle temperature inospitali (altra caratteristica ereditata dalla Ruderalis) le rende più che adatte anche alla coltivazione outdoor. Certo, la bassa statura di queste piante ha anche degli aspetti negativi, che si identificano principalmente in una resa inferiore rispetto alle piante regolari. Questo piccolo svantaggio è compensato dai tempi di crescita e fioritura molto brevi, che rendono possibile la coltivazione ciclica della pianta.

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Semi marijuana autofiorenti, cosa sapere

La cannabis Ruderalis proviene principalmente dal nord Europa e Asia, in particolare da paesi come Russia e Cina, dove le estati sono brevi ma le ore di luce possono arrivare anche a 22/24 al giorno. Le loro origini in ambienti così rigidi hanno trasformato queste piante in vere e proprie guerriere, in grado di resistere a condizioni ambientali che stroncherebbero altre varietà di cannabis più comuni. I semi di queste piante danno origine a esemplari la cui fioritura non dipende dal fotoperiodo, cioè dall’alternarsi di luce e buio dettati dalla stagione. Avviene invece in modo automatico e naturale, una volta che la pianta ha raggiunto la maturità, indipendentemente dal contesto luce/buio e dalle condizioni ambientali in generale. Spesso questo avviene dopo un periodo di crescita che può andare dalle 3 alle 5 settimane.

Le piante di cannabis autofiorenti sono ottenute ibridando la varietà Ruderalis appena descritta con le varietà Indica o Sativa, e i loro semi stanno conquistando pian piano il mercato negli ultimi anni. La scelta di semi di marijuana autofiorente può rivelarsi una buona idea anche per i coltivatori meno esperti, in quanto il loro ciclo di vita più veloce di quello delle comuni indica o sativa da meno tempo alle muffe e ai parassiti di prendere piede, riducendo il rischio di perdere il raccolto.

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Come coltivare cannabis autofiorente

Grazie alle loro solide caratteristiche genetiche e alla poca manutenzione che richiedono, le piante autofiorenti stanno conquistando sempre più coltivatori. Questa varietà di Cannabis impiega mediamente dalle 8 alle 10 settimane per passare dalla fase di germoglio al momento del raccolto. Nonostante il rendimento sia in genere inferiore rispetto a quello dei ceppi fotodipendenti, molti coltivatori scelgono le varietà autofiorenti proprio per via del loro rapido sviluppo.

Al contrario dei ceppi più comuni, le varietà di piante di maria autofiorenti non necessitano di grandi quantità di sostanze nutritive e prediligono terreni leggeri. La scelta di un buon terriccio in cui far crescere le piantine può essere di grande aiuto soprattutto nelle prime fasi di sviluppo. L’acqua non va mai somministrata esageratamente e l’utilizzo di un misuratore di pH ci consentirà di tenere questo valore in un range ideale compreso tra 6 e 7.

Come detto sopra, uno dei vantaggi fondamentali della cannabis autofiorente resa. Troverai più in basso alcuni consigli su come coltivare marijuana autofiorente e ottimizzare sia resa che qualità!

marijuana autofiorenti

Qualche piccolo suggerimento per i coltivatori

Se si vuole ottimizzare la fase di germinazione (primi 5 giorni dalla semina) è bene sapere che una umidità relativa del 70–90% e una temperatura tra i 22 e i 25°C potrebbero essere d’aiuto. Una volta emerse le plantule, e iniziata quindi la fase di fotosintesi, molti coltivatori utilizzano una lampada LED da 250W per fornire luce alle loro piantagioni indoor. Già dalla terza settimana, l’umidità relativa può essere abbassata al 50% e la temperatura ambientale può scendere intorno ai 20°C. Nella quarta settimana le piantine dovrebbero trovarsi in fase vegetativa avanzata e si potrebbero già notare le prime formazioni embrionali sui loro nodi. Da questi nodi si svilupperanno, nel corso della quinta settimana, delle piccole sacche filamentose.

I bisogni nutritivi della pianta cambiano durante la fase di fioritura. Dosi maggiori di fosforo, potassio e calcio saranno molto gradite. Già a partire dalla sesta settimana i fiori dovrebbero essere ben visibili, ma se così non fosse non preoccupatevi, non si faranno attendere molto. A questo punto l’umidità può essere abbassata ulteriormente. Sarà molto utile in questa fase individuare l’eventuale presenza di piante ermafrodite e rimuoverle prima che fecondino le piante vicine.

Le restanti settimane prima del raccolto saranno prevalentemente dedicate alla manutenzione e alla cura delle nostre piantine di marijuana autofiorente. Sebbene piuttosto resistente a tali problemi, parassiti, muffa, e altri fattori potranno minacciare la nostra piantagione. Mantenendo i livelli di umidità e di pH nei giusti valori e procedendo a qualche intervento dovremmo comunque arrivare al traguardo senza troppi problemi. Alcuni coltivatori consigliano di risciacquare il raccolto e alleggerirlo di un discreto quantitativo di foglie verso l’ottava settimana. Questo permetterà di incrementare la resa di fioritura autofiorenti e donerà alle cime un sapore migliore.

Varietà di marijuana autofiorenti e Cannabis Light

Oggi esistono numerose varietà di Cannabis autofiorente. Nel nostro Paese l’unico tipo di marijuana acquistabile e consumabile legalmente è la Cannabis Light, contenente livelli di THC inferiori allo 0,5%. La Cannabis Light autofiorente è ideale per chi cerca Cannabis priva di effetti psicotropi ma con elevato contenuto di CBD, al fine di giovare dei suoi effetti rilassanti e distensivi. Sempre più prodotti stanno comparendo sui vari cannabis shop fisici e virtuali per far fronte alla crescente domanda.

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