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Dove comprare marijuana light in Italia e Svizzera: ecco le differenze

Staff WeWeed

comprare marijuana light
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Italia e Svizzera trattano diversamente la questione della marijuana legale (hanno persino due concezioni differenti di “light”), e abbiamo parlato delle differenze tra la legislazione dei due paesi, e di come una piantina potesse diventare improvvisamente illegale non appena passata la frontiera. Per potersi coltivare la propria marijuana legale, anche rimanendo nei limiti della legalità, servono però attrezzature e strumenti, per non parlare di tempo e energie. Una strada più semplice è quella di comprare direttamente la marijuana light dai coltivatori, o dai commercianti. Anche in questo caso, ci sono alcune differenze tra Italia e Svizzera.

In Svizzera, si può comprare marijuana light in qualsiasi tabaccaio, mentre in Italia bisogna rivolgersi agli shop specializzati, sia fisici che weed shop online.

Comprare marijuana light in Svizzera, tabaccherie e supermarket

La legge svizzera pone la soglia di concentrazione di THC all’1%. La cannabis che rispetta tale limite è definita light. Come tale quindi la si può distribuire e commerciare liberamente. 

Il mercato svizzero però, non apprezza tutti gli usi che si possono fare della marijuana. O almeno, non quello della grande distribuzione. Si possono infatti comprare pacchetti di sigarette di marijuana light in qualsiasi tabaccheria e non solo. Ma anche buste di trinciato, anch’esse praticamente identiche a quelle del tabacco classico. Non esistono al momento veri e propri coffee shop svizzera. La varietà dei prodotti è pressoché nulla, e le grosse marche si concentrano sul fornire marijuana generica, in un certo senso anonima.

L’esempio principe di marijuana in Svizzera è la Lidl, la grande catena di supermercati, che si è accordata con un’azienda locale, la The Botanicals. I ragazzi della The Botanicals, coltivatori per eccellenza, forniscono la materia prima, naturalmente di qualità svizzera e anzi prodotta quasi a chilometro zero (dopotutto la Svizzera non è poi così grande). La Lidl si occupa invece del packaging e della messa in commercio di sigarette di marijuana e bustine di trinciato.

Tutto molto bello e efficiente, e soprattutto capillare. Infatti non esiste cittadina che non abbia una tabaccheria o un supermercato, e recuperare un pacchetto di Artur è davvero molto semplice. Tantopiù che non serve alcun tipo di prescrizione, ricetta, o autorizzazione.

Molta comodità, poca scelta

Lo scotto da pagare per una simile comodità è però la scarsa varietà di scelta. Non ci si può far ispirare dal momento, e magari scegliere una Super Skunk un giorno, e quello dopo una più fruttata Silver Haze. L’unica opzione per comprare marijuana legale così facilmente è la generica marijuana light, anonima e sempre uguale.

Non che questo sia necessariamente un lato negativo, ovviamente. La standardizzazione svizzera marijuana ha i suoi lati positivi, e il campo delle varietà di cannabis è davvero immenso. Lidl e Botanicals avranno sicuramente fatto parecchie ricerche di mercato e avranno sviluppato una qualità che possa risultare piacevole a un maggior numero di persone, certamente tollerabile a tutti. Inoltre, società così grosse riescono ad assicurare un livello sempre costante di qualità e disponibilità. Se infatti un coltivatore indipendente può variare nel tempo le sue genetiche e le quantità di raccolto, gli scaffali di un supermercato difficilmente rimarranno mai vuoti a lungo.

Quello che è indubbiamente uno svantaggio e che val la pena menzionare è il costo. Un pacchetto di trinciato di cannabis costa infatti circa il doppio di uno di tabacco tradizionale, e stesso vale per le sigarette prerollate. Una differenza questa che nasce probabilmente dalla scarsa maturità del mercato, dove sono ancora poche le aziende di rilievo che possano indurre un regime di sana concorrenza.

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In Svizzera, la cannabis si compra assieme alla spesa di tutti i giorni

Comprare marijuana light in Italia, una situazione confusa

Se in Svizzera potete comprare la un pacchetto di marijuana light trinciata assieme a patate e detersivo, nel Bel Paese le cose stanno diversamente. La definizione di marijuana light è più stringente, anche considerando le tolleranze. La concentrazione di THC tollerata dalla legislatura italiana è inferiore, anche se poco chiara. Anche lo stato della distribuzione e del commercio è leggermente instabile. Fin quando si tratta di marijuana light, è possibile venderla e comprarla tranquillamente, ma le fondamenta legislative non sono solidissime. O forse non abbastanza da spingere la grande distribuzione ad entrare nel mercato.

Nessuna catena di supermercati italiana ha per ora un accordo coi coltivatori al pari della Lidl in svizzera, e probabilmente non se ne vedrà ancora per un bel po’. Chi desidera comprare della marijuana light può solo scegliere tra cannabis shop (e distributori automatici a loro collegati), e-commerce, e… praticamente basta. Tecnicamente anche i tabaccai possono vendere prodotti della cannabis, se scelgono indipendentemente di farlo. Però l’associazione di categoria sconsiglia abbastanza fortemente di farlo. Che sia il risultato di un’azione di lobbying, o la giusta prudenza nei confronti di un’ambiente normativo ancora confuso, è difficile dirlo.

Sicuramente a risentire di questa sorta di limbo legislativo sono stati i cannabis shop, che sono perennemente in mezzo alla tempesta dei regolamenti.

Cannabis light shop: fisici e online

Ma non tutti i mali vengono per nuocere, si suol dire. E nel caso della situazione della cannabis light in Italia, l’assenza di grosse multinazionali nel mercato ha anche qualche lato positivo.

Primo su tutti la possibilità per piccoli produttori e commercianti di mantenere attiva la loro azienda. Se infatti arrivasse improvvisamente una multinazionale, con la sua praticamente illimitata disponibilità di capitale, spazi e forza lavoro, i piccoli indipendenti non avrebbero quasi nessuna possibilità di sopravvivere. Dopotutto catene così massicce possono applicare dei prezzi assolutamente insostenibili per un indipendente, ed è anzi una pratica abbastanza comune quella di fornire un prodotto e andare addirittura in perdita per qualche anno, così da eliminare la concorrenza.

Le multinazionali per ora non sono ancora entrate nel mercato italiano della cannabis light, che rimane quindi in mano ai piccoli indipendenti.

I cannabis light shop italiani

In questi negozietti, tipicamente piccoli e dall’atmosfera artigianale, si può comprare marijuana light in tutte le sue forme. Non sono asettici e specializzati come i cannabis shop americani, ma nemmeno caserecci come i coffee shop olandesi. Si potrebbero definire una via di mezzo, sia come estetica che come impostazione. Esistono infatti dei franchise, ma non ancora al livello dei big internazionali.

Il prodotto più richiesto è ovviamente l’infiorescenza, ma non è l’unico. Dalla cannabis light infatti possono derivare una grande varietà di prodotti, che si adattano ai più svariati usi. Nei cannabis light shop non troverete cose come i blocchetti da costruzione, o pannelli isolanti. Ma per quel che riguarda il consumo e la gastronomia, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Farina, olio per condimenti, tè, esiste persino la pasta alla canapa.

Alcuni di questi prodotti sono prerogativa esclusiva degli shop fisici, in particolare quelli più difficili o scomodi da trasportare. Altri invece, sono disponibili sia negli shop fisici che online.

Ad esempio il prodotto principe, l’infiorescenza. Ma anche l’hashih legale, e l’olio al CBD. Oggetti leggeri per i quali la spedizione non presenta alcun problema, e che potete trovare in qualunque cannabis light shop, online e senza muovervi dalla poltrona.

Le potenzialità dell’e-commerce

Proprio questo aspetto di e-commerce sta godendo, in particolare nell’Italia di questi tempi, di una forte crescita. Il che è un bene sia per l’Italia che per i suoi cittadini, che possono comprare marijuana light sempre più facilmente e comodamente.

In origine infatti, quando la marijuana light era stata da poco legalizzata, i rivenditori italiani si rifornivano da coltivatori svizzeri. Importavano partite di cannabis con THC ammissibile anche dalla legge italiana che poi ridistribuivano sul territorio. Ora però anche i coltivatori italiani sono scesi in campo. E sfruttando le possibilità di internet, stanno nascendo aziende che si occupano dell’intera filiera della cannabis light, dal seme allo shop online. WeWeed è una di queste aziende. I suoi ragazzi selezionano, piantano e curano le piantine in ogni passo della loro vita, per offrirvi le migliori infiorescenze.

Certo, l’e-commerce purtroppo non può offrire la sensazione che si prova entrando in un buon cannabis shop, coi suoi colori e aromi aleggianti per aria. Però presenta tanti altri vantaggi e in ogni caso, di questi tempi gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio sono comunque chiusi.

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