Cosa serve per coltivare marijuana light e che tipo di coltivazione scegliere

Staff WeWeed

coltivare marijuana light
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Le maniere per recuperare un po’ di ganja e passare un pomeriggio rilassati sul divano non sono poche. Esistono i negozi fisici, gli shop online, e l’amico di un amico. Ma se ce la volessimo coltivare in casa, potremmo piantare la marijuana (light) sul balcone come facciamo con basilico e salvia?

La risposta è positiva, ma con alcuni caveat. Non basta infatti un banale vaso e del terriccio per coltivare della marijuana (sempre light, naturalmente), ma sono necessari alcuni accorgimenti specifici e, a seconda del tipo di coltivazione, anche attrezzature particolari. 

Coltivare marijuana light, cosa significa?

A grandi linee, potrebbe sembrare una domanda banale, dalla risposta altrettanto semplice: coltivare marijuana light significa piantare un seme per terra, magari innaffiarlo un pochino, attendere il giusto e raccogliere foglie e infiorescenze. La realtà però è molto diversa da ciò. Il procedimento attraversa a grandi linee quelle tappe, ma ci sono parecchi dettagli forse all’apparenza trascurabili, ma che possono rovinare mesi di lavoro e attesa. Cerchiamo di fare un po’ di luce in merito.

Indoor e Outdoor

La prima domanda da porsi quando si inizia a osservare il mondo della coltivazione, è quale strada generica che si vuole intraprendere. A seconda della scelta infatti cambieranno attrezzature e requisiti necessari.

Possiamo dividere il campo delle strategie di coltivazione in due approcci radicalmente differenti (ne esistono anche di più o meno ibridi ma non sono molto diffusi e non ne discuteremo): la coltivazione indoor e quella outdoor.

Come dice già il nome stesso, nella indoor le piantine crescono in un ambiente controllato al coperto, mentre in quella outdoor sono piantate all’aperto, come fossero normali pomodori. Una differenza che, come accennato, determina o perlomeno influenza tutte le necessità successive, e che merita quindi una sua categorizzazione. Parleremo quindi prima della coltivazione outdoor e poi della indoor.

Coltivare marijuana light all’aperto

Coltivare marijuana light in campo aperto è, dal punto di vista dell’attrezzatura, relativamente semplice. Servono giusto i normali attrezzi da giardiniere, e una linea di irrigazione a seconda del clima. Quella che potrebbe sembrare una semplicità nasconde però l’impossibilità di scelta relativa a tanti altri fattori.

Il terreno

coltivare marijuana light outdoor
Una piantagione outdoor. L’erba del vicino, si sa…

Coltivare outdoor significa, oltre ad avere bisogno di un grande appezzamento di terreno, il non poterlo scegliere. O meglio non poterlo scegliere completamente. Esistono decine di libri, e anche qualche corso universitario, il cui unico argomento è la qualità del terreno e la sua gestione. Ogni distesa di terreno marroncino ha una sua storia ben più che millenaria, e anche se la sua evoluzione può essere influenzata (molto facilmente in negativo, più difficilmente in positivo), le sue caratteristiche non possono essere stravolte radicalmente. Questo, nell’ambito della coltivazione outdoor, significa che bisogna fare molta attenzione al terreno di cui si dispone, e alle varietà di marijuana che può sostenere o esaltare. Va detto che non tutta la cannabis è uguale, e alcune varietà notoriamente robuste e forti sono persino state utilizzate per bonificare terreni contaminati, ma l’obbiettivo di chi coltiva marijuana light non è proprio la decontaminazione, no?

Il clima

Altro elemento necessario per qualunque tipo di vita vegetale è un clima adatto. E anche in questo la scelta è limitata, per i coltivatori outdoor. A meno di essere in grado di spostarsi ad una diversa latitudine infatti le ore di irraggiamento solare e le condizioni climatiche generali sono fissate. E potrebbero non essere adatte a tutte le varietà. Ad esempio, difficilmente riuscirete a coltivare ad Oslo le varietà californiane. Non è un problema insormontabile, anche perché strain particolari di marijuana sono stati sviluppati espressamente per resistere a climi più rigidi, e ibridati con le famiglie più classiche.

Le sementi, o le piantine

Una volta che c’è l’ambiente di coltivazione, serve il coltivato. E qui entrambi i coltivatori, sia outdoor che indoor, possono scegliere se piantare i semi o direttamente le piantine. Nel caso optiate per i semi, basta anche una semplice zappetta. Mentre se preferite le piantine già germinate potrebbe rendersi necessaria una qualche protezione, a seconda del clima e della fragilità delle piantine. Inoltre bisogna considerare la possibilità che non tutti i semi riescano a germinare (la mortalità tende a essere anzi molto alta, ma moltissimo dipende dalla qualità delle sementi), mentre con le piantine c’è la sicurezza che almeno il primo passo sia già stato compiuto.

Le varietà di marijuana light da coltivare all’aperto

Come già accennato, coltivare outdoor espone le piante di marijuana light agli elementi. Da un lato questo è positivo perché rimuove la necessità di irrigare e controllare il numero di ore di sole, ma dall’altro può essere negativo perché non resta che accettare quello che Giove, o la locale divinità del clima, impone. Ciò si riflette nella necessità di utilizzare delle sementi di varietà irrobustite, che non risentano troppo delle condizioni avverse. Il costo di tali sementi potrebbe, a seconda dello stato del mercato, essere leggermente più alto, oppure la qualità potrebbe risentirne, dato che magari sono state incrociate con canapa robusta ma poco potente.

Vantaggi e risultati

I motivi principali per cui ha senso scegliere una coltivazione outdoor sono la semplicità di avviamento, dato che l’attrezzatura necessaria è davvero poca, e la possibilità di scalare facilmente. A meno che come terreno non abbiate un metro quadrato di giardino, aumentare la produzione da dieci piantine pilota a cento non è un grosso problema. Soprattutto perché una volta piantate hanno bisogno di poco controllo, quasi al pari di un classico orticello.

I risultati sono abbastanza variabili, sia in qualità che in quantità. Come quantità, c’è la possibilità di trovare un’annata dalle condizioni climatiche perfette per la varietà scelta e ottenere quindi un raccolto fenomenale, oppure di avere sfortuna e trovarsi il fortunale che spezza la crescita e rovina le piantine. Stesso discorso, in maniera meno drastica, vale per la qualità. Non possiamo decidere quando piove e quando brilla il sole, ma solo adattarci.

In finale

In definitiva, la coltivazione outdoor è la giusta scelta se avete un terreno disponibile, non volete investire molto, e non avete paura di ritrovarvi, se la sfortuna vi colpisce, con un raccolto mediocre o persino inesistente. Se vedete la coltivazione della marijuana light come un piacevole hobby non troppo impegnativo insomma, l’outdoor potrebbe fare per voi.

Coltivare marijuana light al coperto

coltivare marijuana light indoor
Magari sembra cupo e asettico, ma le piantine non potrebbero essere più a loro agio

La coltivazione indoor è, appunto, al coperto. Come tale richiede molta più attrezzatura di quella outdoor e molta più energia, sia elettrica che umana, per sostenere e controllare la crescita delle piantine. Un investimento che non finisce nel nulla però, e si trasforma nella possibilità di determinare numerosi fattori.

Il terreno

Nella coltivazione indoor, l’estensione di terreno necessaria è notevolmente inferiore alla coltivazione outdoor. Oltre un banale discorso di disposizione spaziale che permette di usare tutte e tre le dimensioni, ogni piantina utilizza solo il volume di terreno a lei necessario. E la ricerca in campo idroponico rimuoverà presto o tardi anche quel requisito.

Per il momento si può dire comunque che in una coltivazione indoor serve molto poco terreno. Questo permette una certa libertà di scelta, dato che ordinare qualche kilogrammo o persino qualche tonnellata di terreno specifico è tranquillamente fattibile, e non distrugge nessun ecosistema.

Il costo del terreno è un fattore da considerare ma anche in questo caso, a fronte di una spesa probabilmente maggiore c’è la possibilità di recuperare il terreno più adatto ad ogni varietà che si desidera produrre.

Controllare il clima per coltivare al meglio la marijuana light

Come per il terreno anche da lato climatico la coltivazione indoor ha costi, e libertà, maggiori. Sono infatti necessarie tutta una serie di attrezzature, come lampade, condizionatori, pompe e filtri, per creare e mantenere un ambiente ottimale.

L’investimento in questo caso può essere notevole sia come costo iniziale che d’esercizio. Le sole lampade infatti non sono economiche, e mantenerle accese richiede una notevole quantità di elettricità.

Come per il terreno però, un maggiore costo permette un maggiore potere decisionale. La possibilità di determinare il ciclo solare permette ad esempio di utilizzare varietà non autofiorenti. Inoltre monitorando e manipolando temperatura e umidità dell’aria si può tenere sotto controllo più facilmente lo stato di salute delle piantine e ottimizzare le condizioni per la loro crescita.

>>Leggi qui se vuoi sapere di più sulla coltivazione indoor!

Un ultimo ma non trascurabile dettaglio è quello degli agenti esterni. Nella coltivazione indoor vengono utilizzati filtri e altri accorgimenti che, anche se costosi, riducono se non eliminano la possibilità che parassiti e altri animaletti rovinino le piante.

Sementi e piantine

Nella coltivazione indoor utilizzare le sementi è meno rischioso, dato che le condizioni sono più controllate, e quindi potrebbe essere necessario acquistare meno sementi, e perciò spendere meno o aumentare la qualità. Anche la strada delle piantine già germogliate presenta meno rischi, per gli stessi motivi.

Varietà

Con il controllo climatico, diventa possibile coltivare praticamente qualsiasi varietà di marijuana light Gli unici fattori da considerare sono in questo caso le preferenze personali e il loro costo.

Vantaggi e risultati del coltivare marijuana light al coperto

Un primo vantaggio della coltivazione indoor è lo spazio. Non serve infatti un campo ma si può iniziare persino da un armadio. Inoltre è possibile raggiungere livelli di controllo climatico impensabili in una coltivazione esterna, e poter quindi adattare l’ambiente alle varietà e alle esigenze.

Tuttavia questi vantaggi hanno un costo, spesso molto alto. Lampade, condizionatori e tutto il resto dell’attrezzatura necessaria a stabilire e mantenere il microclima ha un costo notevole. E l’investimento non finisce al momento dell’acquisto. L’elettricità necessaria è infatti parecchia e, altro dettaglio che spesso sfugge ai neofiti, sono tutte attrezzature che hanno bisogno di essere controllate e impostate da una mano umana. Certo, l’automazione e l’informatizzazione sta facendo grandi passi anche in quel senso, ma è indubbio che coltivare marijuana light indoor sia un impegno notevole e continuativo.

I risultati sono, in un certo senso, sicuri e prevedibili. Poter scegliere la varietà che si preferisce e mantenerla in un ambiente adatto, al di fuori degli effetti imprevedibili del clima naturale, permette di sapere già quanto raccolto si otterrà, e di quale qualità, con certi limiti di precisione ovviamente. Un risultato non da poco.

In finale

La coltivazione indoor è adatta a coloro che non dispongono di un terreno, e che intendono investire un po’ di più nell’avviamento e nel mantenimento della loro coltivazione. Potreste trovarvi bene con la coltivazione indoor se avete una passione per la marijuana e siete disposti a investirci energie e denaro.

Cosa dice la legge sul coltivare marijuana light

Che sia indoor o outdoor, non bisogna dimenticare ciò che prescrive la legge italiana in materia di coltivazione di marijuana.

La legge 242 del 2016 permette la coltivazione di cannabis con contenuto di THC inferiore allo 0.2%, fermo restando l’obbligo di mantenere i cartellini identificativi delle sementi per almeno un anno dall’acquisto.

Naturalmente, in botanica la precisione assoluta non esiste, e può capitare che alcune piantine producano più o meno THC di quanto dovrebbero. In questo caso la legge fissa un limite allo 0.6% di THC entro il quale il coltivatore non potrà accedere ai sostegni economici. Ma non verrà nemmeno incriminato e la cannabis non verrà sequestrata.

L’alternativa più comoda

Se non vi interessa particolarmente la botanica o il giardinaggio, ma apprezzate molto la ganja, potete anche saltare la fase della coltivazione e andare direttamente al sodo, lasciando che i ragazzi di WeWeed si sporchino le mani per voi. Lo shop WeWeed offre un ampio ventaglio di derivati della cannabis, e ce n’è per tutti i gusti.

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