Il Sud America è un luogo davvero affascinante, con le sue infinite attrazioni naturali e i suoi scenari suggestivi. Se stai pensando di visitarlo e vuoi evitare complicazioni di carattere legale, sarà bene sapere in quali posti ha avuto luogo la legalizzazione della cannabis e in quali no.
Negli ultimi anni l’America del Sud ha assistito ad un generale progresso in tema di legalizzazione della cannabis, con alcune nazioni a fare da guida. Facciamo insieme un escursus dei paesi più all’avanguardia in questo settore nell’America Latina.
Legalizzazione Cannabis: L’Uruguay fa strada al Sud America
A fare da guida in questo movimento di liberalizzazione è stato l’Uruguay. Già alla fine del 2013 infatti, questo paese ha adottato almeno sulla carta una politica di totale legalizzazione della cannabis, in fatto di produzione, vendita e consumo. Il presidente Jose Mujica ha così reso l’Uruguay il primo paese al mondo ad effettuare la legalizzazione della cannabis nell’era moderna. A causa di intoppi burocratici tuttavia, il sistema ha visto la sua piena attuazione solo nel 2017. Dapprima la riforma riguardava esclusivamente la cannabis industriale e il suo utilizzo doveva essere esclusivamente terapeutico. L’evoluzione dell’opinione pubblica e dell’atteggiamento della popolazione ha però portato sempre più verso la totale liberalizzazione della marijuana. Già all’inizio del 2018 l’IRCCA dichiarava che le persone a cui era stato permesso di acquistare in farmacia cannabis ricreativa, non finalizzata ad uso terapeutico, erano più di 25’000.
La riforma prevede che un privato possa coltivare in casa propria fino a sei piantine di marijuana. È stata concessa inoltre la formazione di Club per il consumo e si è provveduto a creare un istituto normativo sulla cannabis (chiamato IRCCA). Inoltre, dal 2014, il governo ha iniziato a registrare i circoli dei coltivatori, autorizzati a coltivare un massimo di 99 piante all’anno. Oggi diverse farmacie in Uruguay sono autorizzate a vendere commercialmente la cannabis. Il modello per possedere l’autorizzazione a comprare la cannabis ricreativa si basa sulla distribuzione di appositi ticket. Questi hanno validità massima di 30 giorni e consentono ai cittadini maggiorenni di acquistare fino a 10 grammi alla settimana per un massimo di 40 grammi mensili.
Cile: verso la totale Legalizzazione della Cannabis?
In seguito all’esempio dell’Uruguay, importanti cambiamenti in fatto di legalizzazione della cannabis sono avvenuti anche in Cile. Nel paese in cui è persino vietato fumare le sigarette mentre si guida, la Camera ha approvato invece una legge che permette la coltivazione e il consumo di marijuana per scopi medicinali e terapeutici. La normativa, che ha fatto tanto discutere, consentirebbe di coltivare fino a sei piante di cannabis, portarne con se fino a 10 grammi e possederne nella propria abitazione fino a 500 grammi. In nessun caso però è concesso assumere la sostanza attraverso il fumo. Pomate, compresse, soluzioni liquide, queste saranno le modalità con cui sarà possibile assumere la marijuana. Resta quindi proibito lo spinello ma è permesso il consumo privato di cannabis autoprodotta, o di prodotti da essa derivati, sia ai maggiorenni che ai minorenni, previa ricetta medica.
Il progetto di legge va a modificare il Codice sanitario nella parte relativa alla fabbricazione di prodotti derivati della cannabis a fini terapeutici. Se per alcuni deputati si tratta di un'”iniziativa storica”, molti esperti si sono detti contrari. Carlos Ibañez ad esempio, primario del Reparto Dipendenze della Clinica psichiatrica dell’Università del Cile, ha definito la cosa un “grave errore”. Secondo il medico infatti, i benefici alla salute portati dalla pianta non avrebbero abbastanza prove scientifiche. Dello stesso avviso anche Viviana Venegas, neuropsichiatra infantile e scorso presidente della Società di Psichiatria e Neurologia dell’infanzia e adolescenza. Secondo la dottoressa in questo modo non si offre una vera soluzione al problema di salute dei pazienti che cercano aiuto. Secondo la Venegas consentire loro di preparare da soli il proprio farmaco, con la sola ricetta del medico, sarebbe una soluzione “medievale”. Il progetto di legge attende comunque di giungere al Senato e di essere firmato dal Presidente.
La Colombia e la legalizzazione della Cannabis
Il 22 dicembre 2015 il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha firmato il decreto con il quale ha regolamentato l’utilizzo terapeutico della cannabis. Fino a quel momento infatti, sebbene l’atto legislativo 2/2009 consentisse la produzione, il commercio e l’uso terapeutico della cannabis, non esisteva ancora una regolamentazione attuativa. Il presidente ha rivelato di aver fatto uso di cannabis in passato, quando era uno studente. Egli ha affermato inoltre che con questo importante passo la Colombia è entrata nel gruppo dei paesi all’avanguardia sia sul fronte della lotta alle malattie, che su quello della lotta contro le droghe. Come già accaduto in Uruguay, anche qui i progressi sono stati un po’ più lenti del previsto. Oggi però si stima che circa 400’000 colombiani che soffrono di patologie come epilessia e sclerosi multipla possano godere dei benefici della cannabis. Resta illegale invece l’uso puramente ricreativo.
La speranza è che la legalizzazione della cannabis in Colombia per scopi medicinali possa avere importanti effetti anche a livello sociale. Sempre il presidente Santos ha affermato che il decreto non avrà alcun effetto di indebolimento nella lotta contro le droghe illegali. Non bisogna infatti dimenticare che il commercio della droga in questo paese è stato un aspetto di base del conflitto durante la lunga guerra civile. Per molti anni i ribelli della FARC hanno tassato i coltivatori di marijuana e cacao per finanziare le loro attività di guerriglia, fino all’accordo di pace con il governo. Non resta che sperare che la legalizzazione della cannabis terapeutica possa contribuire al nascere di una nuova era di prosperità e di pace per la Colombia.
Dove è ancora illegale
Ad oggi, la Cannabis resta in gran parte illegale in Brasile, Bolivia, Paraguay e Argentina. Tuttavia questi paesi ne hanno depenalizzato l’uso e spesso tollerano il possesso di piccole quantità per uso personale. In Brasile, ad esempio, raramente si rischia l’arresto se si viene trovati in possesso di meno di 20 grammi. Le pene si fanno invece decisamente più severe se si supera questa soglia. Discorso analogo vale per la Bolivia, dove però la soglia di depenalizzazione sale fino a 50 grammi, e per il Paraguay, dove viceversa la soglia scende a 10 grammi. L’Argentina ne consente il possesso di appena 5 grammi per uso privato, ma solo ed esclusivamente per scopi terapeutici. La cannabis resta invece del tutto illegale in Suriname e in Guayna, dove il possesso di più di 15 grammi viene considerato come traffico di droga.
Anche nel resto del mondo la situazione varia notevolmente da stato a stato e una conoscenza globale della situazione può aiutare molto coloro che amano viaggiare ma non vogliono incorrere in conseguenze penali. Se vuoi approfondire l’argomento probabilmente troverai utile leggere questo articolo che spiega dove è legale la marijuana ad uso ricreativo oggi.
Italia e Cannabis Light
Qui in Italia la situazione in materia di legalizzazione della Cannabis è gestita dal D.Lgs. 242/2016. L’unica tipologia di Cannabis che è possibile commercializzare e coltivare liberamente senza infrangere la legge è la Cannabis Light. Questa contiene quantitativi di THC molto bassi (meno dello 0,5%) e di conseguenza è priva degli effetti psicotropi che questo cannabinoide è in grado di provocare. Contiene invece CBD in abbondanza, garantendole un potere rilassante e distensivo che la rende molto ricercata tra coloro che necessitano di relax e di distendere i nervi. A questo riguardo, potresti voler leggere questo articolo che spiega perché la cannabis legale rilassa. Sempre più negozi specializzati stanno comparendo sul mercato della marijuana legale e i prodotti sono tanti: infiorescenze, olii al CBD e tanto altro.
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