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Semi cannabis light: cosa sono e dove trovarli

Staff WeWeed

semi di cannabis light
Indice

Semi cannabis light: cosa c’è dietro un infiorescenza?

Tutti conosciamo l’adorabile piantina della marijuana. Forse però siamo abituati a considerarne solamente i prodotti quali le infiorescenze o la resina, a basso contenuto di THC qui in Italia. O anche i derivati meno attivi, come la farina o l’olio di semi. Tutti questi prodotti hanno un’origine comune. Provengono da semi di cannabis light, ovvero con contenuto di THC praticamente nullo.

Per fare una piantina (di cannabis light) ci vogliono i semi

Come diceva la canzoncina, per fare quasi tutto ci vuole un seme, la ganja non fa eccezione.

Non tutti i semi sono uguali però, in particolare a livello genetico.

Come aspetto estetico infatti i semi della marijuana sono abbastanza comuni, piccoli, marroncini e oblunghi. Distinguere i semi di cannabis light da quelli classici, o individuarne la varietà a colpo d’occhio è praticamente impossibile.

Il loro tesoro è ciò che la semplice vista non può discernere: il codice genetico scritto al loro interno. Tale dna determinerà tutte le caratteristiche della pianitina. A partire dalla varietà, come Cosmic Poison o Purple Haze, fino ai dettagli più sottili e variati delle sue infiorescenze, come l’effettiva intensità del gusto o la presenza delle note aromatiche.

Influenzare queste proprietà non è cosa semplice, anche in un era in cui l’editing genetico non è più fantascienza. I coltivatori infatti spendono una quantità incalcolabile di risorse incrociando migliaia di piantine fra di loro. Il loro obbiettivo è, a grandi linee, di esaltare le proprietà desiderabili e mitigare, se non eliminare del tutto, quelle meno positive. Nello specifico ciò si traduce, ad esempio, nello sviluppare piantine le cui infiorescenze abbiano un gusto sempre più dolce, o in senso opposto, sempre meno amaro. Tutto ciò ovviamente a seconda dell’intento del coltivatore, dettato in larga parte dal gusto suo e del mercato.

Se nei tempi antichi i coltivatori avevano poca scelta quando recuperavano i semi di cannabis light, ora, con la sempre maggiore interconnessione di popoli e zone geografiche, la varietà è esplosa. I coltivatori non devono più necessariamente sviluppare le loro varietà personali a partire dai pilastri genetici, ma possono trovare in commercio direttamente i semi giusti, che soddisfino i loro desideri. Senza che ciò impedisca nuovi incroci, ovviamente.

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Clonazione e semi femminili

Incrociare piantine di cannabis è la strada maestra verso la scoperta (o lo sviluppo a tavolino) di nuove varietà e il miglioramento della qualità in genere. Però prima o poi arriva il momento in cui la ricerca ha portato i suoi frutti, o lo strrain ha raggiunto i suoi obbiettivi, e diventa importante stabilizzare la genetica della pianta. Le interazioni che influenzano il risultato di un incrocio sono infatti complessissime, ed è impossibile prevederle e simularle perfettamente. Capiterà quindi di raggiungere una sorta di plateau nell’andamento delle proprietà dello strain, un massimo qualitativo dal quale si può solamente peggiorare con incroci successivi.

Naturalmente, questi sono discorsi che vanno fatti in ambito statistico, e non basta una singola piantina uscita male (o uscita particolarmente bene) a decretare la fine della ricerca e deglii incroci.

Quando però ci sono abbastanza prove e dati che corroborano una necessità di stabilizzazione, ecco che si entra nel mondo dei semi femminizzati.

Essi sono normali semi di cannabis light, con una peculiarità: da loro germineranno solamente piantine femmina. Il perché di questa scelta si basa principalmente sull’utilità e l’efficienza. Le infiorescenze che utilizziamo in svariati modi infatti sono prodotte solo dalle piantine femmina, e una volta deciso di mantenere quanto più possibile fissata la genetica, quelle maschio diventano inutili.

Produrre e piantare questo tipo di semi significa quindi ridurre la variabilità delle caratteristiche e focalizzarsi sulla produzione di una specifica varietà di cannabis light.

Naturalmente è una cosa più semplice a dirsi che a farsi, e sono tanti i fattori da considerare. Come l’effettiva stabilità genetica, la sua resilienza, la quantità di semi a disposizione. Non è impossibile però, e infatti sono tante le varietà di semi disponibili sul mercato.

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Le varietà più importanti di semi di cannabis light

Abbiamo detto che la decisione di iniziare a produrre semi femminizzati equivale in un certo senso al “battesimo” della varietà, che rimarrà quindi sostanzialmente immutata nel tempo. Ma quali sono queste varietà più conosciute, e quali classi di semi sono state selezionate con più intensità?

La risposta è tutte, almeno come varietà.

I semi femminizzati sono infatti una classe di semenza, e come tale può essere espressa da ogni varietà di ganja. Potrete trovare semi femminizzati della varietà Super Skunk di cannabis light, o anche Critical Lime, e altri mille.

Abusando un poco dei termini, si potrebbe dire che l’interesse, e quindi la fama, dei semi femminizzati si concentra su quelle varietà ottime come gusto e poco interessanti per gli incroci. Un esempio potrebbe essere la AK-47, che dagli anni novanta rimane un sempreverde(ha-ha) del mercato.

piantine cannabis
Quanti semi c’erano in ogni vasetto? Quasi certamente più di uno

Al fianco alla classe dei semi femminizzati, troviamo quella dei semi autofiorenti, di cui abbiamo parlato anche noi. All’apparenza potrebbe sembrare un semplice incrocio, ma in realtà l’autofioritura è una caratteristica tanto utile e importante da meritare una classe tutta per se. Ci sono poi dei semi ad “alta resilienza”, ovvero che germineranno con ottima probabilità. Potrebbe non sembrare  ma l’indice di mortalità dei semi è un fattore importante e quando viene trascurato gli effetti possono  essere devastanti. Potete anche avere migliaia di semi della migliore qualità mai sviluppata, ma se di questi ne germinassero due o tre, sarebbe un bel problema.

Infine una classe di semi che ha senso menzionare, anche se non ha nulla a che fare con la cannabis light, è quella dei semi ad alto contenuto di THC. Questi assicurano di generare piantine cariche di THC, senza dare troppa importanza al CBD. I semi ad alto THC sono una vestigia della tradizione, in quanto ai coltivatori clandestini interessava (ed interessa tuttora) massimizzare lo sballo derivante dalle loro piantine. Inoltre, l’impatto e l’utilità del CBD è una scoperta relativamente recente.

I semi ad alto CBD, precursori della cannabis light

Quando i vari legislatori hanno iniziato ad aprirsi verso una legalizzazione della cannabis light, il mercato ha fiutato un’opportunità. O meglio così hanno fatto i coltivatori, che si sono messi subito a incrociare. Col tempo, hanno inserito alcune parti del corredo genetico della canapa, quella da cui si producono sacchi e corde per intenderci. L’hanno fatto per eliminare quasi del tutto il THC ma incrementare notevolmente la concentrazione di CBD. Così da ottenere dell’erba che fosse accettata dalla legge e mantenesse i benefici del CBD, e non solo. Anche in questo caso, non c’è una varietà di cannabis preferita per la trasformazione in cannabis light, e questi semi meritano quindi una loro classe. A riprova di ciò basti vedere la selezione disponibile sullo shop di WeWeed. Ci sono tante varietà, tutte provenienti da semi a basso contenuto di THC, e quindi legali, ma con alta concentrazione di CBD.

Semi fantastici e dove trovarli

Semi di cannabis così “ingegnerizzati” non si trovano nel parchetto sotto casa, ovviamente. Ci sono altre fonti però, che li forniscono sia per un utilizzo commerciale, che uno più accademico. Vivai e grow shop, sia fisicei che online, offrono solitamente una varietà delle classi più comuni e magari anche qualche loro creazione. Se il vivaio fornisce anche erba vera e propria, non aspettatevi di trovarne i semi in vendita però. I semi delle varietà più avanzate e di successo infatti sono gelosamente custoditi dai loro creatori, che decidono di regalarli al mondo solo dopo qualche tempo.

Altrimenti, se siete delle persone più accademicamente portate, potete contattare una seedbank. Queste istituzioni si occupano principalmente di classificare e preservare la varietà genetica, specializzandosi in ognuno di questi ambiti più di vivai e grow shop.

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