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Legalizzazione Marijuana: le differenze tra USA e Italia sul tema cannabis

Staff WeWeed

storia della legalizzazione
Indice

La storia della legalizzazione della cannabis è lunga e ricca di contraddizioni. Prima che diventasse legale in alcuni stati americani, ad esempio, è passata per restrizioni, limitazioni e referendum continui. Anche in Italia il percorso è stato tutt’altro che lineare, soprattutto negli ultimi anni; ma quali sono le differenze effettive tra USA e Italia in materia di Marijuana legale e legalizzazione? Scopriamole insieme in questo nuovo approfondimento.

Legalizzazione Marijuana: la realtà della cannabis legale negli Stati Uniti

Legalizzazione della marijuana e USA… Eh, l’America, si sa, è sempre stata la terra delle libertà. Nel campo della cannabis legale, nell’ultimo decennio questa libertà si è tradotta in notevoli passi avanti: politiche meno restrittive di quelle italiane e progressi in campo legislativo. Ad oggi, ad esempio, sono già 10 gli stati americani che hanno reso legale l’uso della marijuana per scopi ricreativi.

Alcuni di questi sono arrivati a legiferare attraverso referendum, altri direttamente per via parlamentare. In ordine di legalizzazione, gli stati in cui è consentito consumare liberamente marijuana sono: Colorado e Washington, in cui la cannabis è legale dal 2012; Alaska, Oregon e Washington D.C, dal 2014; California, Massachussets, Maine e Nevada, 2016. E Vermont e Michigan, unitisi al gruppo nel 2018. A questi, si aggiungono 33 stati in cui la cannabis è legale per scopi terapeutici, 13 dei quali ammettono l’uso di marijuana con concentrazione di THC superiore al 1%.

I vantaggi della legalizzazione della marijuana negli USA

I vantaggi di queste politiche di legalizzazione della marijuana sono evidenti, in primis per l’aspetto economico. Si stima che, solo nel 2016, il mercato USA della marijuana sia arrivata a 52 miliardi di dollari. Di questi, le vendite legali rappresentavano solo il 13% del mercato (circa 6 miliardi), mentre il restante 87% era costituito dal mercato illegale. Nel 2019, invece, le stime ci dicono che il mercato legale è salito ai 23 miliardi di dollari (anche grazie all’aggiunta del Vermont e del Michigan); e che entro il 2022 potrebbe raggiungere i 77 miliardi di dollari. Questo, come potete immaginare, si traduce in un incredibile contributo per l’economia degli USA, nonché un notevole passo avanti nella lotta al commercio illegale. Anche sul lato impiego, il commercio di marijuana legale ha portato vantaggi, tra i quali un incremento del 76% dei posti di lavoro.

Dal 2012 ad oggi, inoltre, non sono stati riscontrati svantaggi nella legalizzazione della marijuana. Il consumo medio della popolazione dei 10 stati interessati non pare essere aumentato e anche l’uso da parte di minori non ha registrato incrementi preoccupanti.

Cannabis shop e ristoranti

Una delle novità più interessanti collegate alla legalizzazione della marijuana negli USA è senza dubbio la nascita dei Cannabis caffè, un nuovo settore di mercato che sta avendo un successo senza pari. Tra questi, l’ogCannabisCafe, aperto a Novembre 2019 a Los Angeles, è senz’altro uno dei più famosi. In questi locali è possibile vivere una vera e propria esperienza di assaggio e sperimentazione. Dai pre-roll alle infiorescenze, passando per piccoli antipasti e bevande, ogni portata è pensata per stupire curiosi e intenditori. Anche nell’ambiente della ristorazione cominciano a fiorire le attività connesse alla vendita della marijuana legale, punti di incontro tra cucina tradizionale e prodotti a base di canapa.

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Legalizzazione marijuana Italia: ancora una lunga strada da percorrere

Ma qual è la situazione della legalizzazione della marijuana in Italia? Be’, nel nostro bel paese la situazione è molto meno rosea, anche se negli ultimi mesi abbiamo visto i primi timidi segni di apertura. Ad oggi, l’uso di marijuana è consentito solo a scopo terapeutico e solo sotto specifiche (e rare) prescrizioni mediche. Il possesso è considerato illecito amministrativo e non reato penale a patto che si possa dimostrare che non vi sia fine di spaccio (piccole quantità, niente bilancini o strumenti di misura e assenza di denaro contante in grande quantità). Mentre la vendita costituisce reato penale, con pene variabili in base alla quantità.

Fino a dicembre del 2019, infine, la coltivazione della marijuana era considerata illegale in qualsiasi quantità essa avvenisse, che si trattasse di piantagione industriale o di piccoli vasi casalinghi.

Il paradosso della legalizzazione della marijuana

Questo, ovviamente, si traduceva in paradossi notevoli. Acquistare cannabis da uno spacciatore non era reato penale ma solo illecito amministrativo; mentre coltivarne una ridotta quantità a casa per uso personale era punito a livello penale e rimaneva nella fedina. Di questo paradosso, per fortuna, si è resa conto anche la cassazione, che il 19 dicembre 2019 ha sancito che la coltivazione rudimentale e domestica di cannabis in ridotte quantità per evidente uso personale non costituisce materia di reato penale. Non si tratta ancora di una vera e propria legislazione in materia di auto-produzione (anche perché la cassazione non ha potere legislativo) ed è difficile stabilire in quali situazioni si applichi l’uso personale, ma è comunque un primo, timido passo verso la legalizzazione della marijuana.

Ancora aspettiamo un passo ulteriore da parte della legislazione italiana, che si traduca in una legalizzazione della marijuana e in un via libera alla legale e sicura auto-produzione. I vantaggi derivanti dalla legalizzazione, infatti, sarebbero comparabili a quelli già visti per l’America: diminuzione dello spaccio, contributi per l’economia statale e incrementi dei posti di lavoro, senza per altro evidenti effetti collaterali.

La cannabis light

Legalizzazione e marijuana in Italia non sono però sempre in contrasto. Se la cannabis infatti, ad oggi, è considerata illegale, lo stesso non si può dire per la cannabis light. Al momento, nel nostro paese il commercio di canapa light è consentito a patto che la concentrazione di THC non superi l’0.6%. Anche l’auto-produzione è consentita, acquistando però sementi presenti nel catalogo Europeo di piante certificate. Negozi come WeWeed e rivenditori autorizzati possono quindi mettere in commercio infiorescenze e prodotti derivati che rispettino queste specifiche. In nostro consiglio, in ogni caso, è sempre quello di prestare molta attenzione nella scelta dei venditori, e di affidarsi solo a realtà certificate.

Le proposte di legalizzazione della marijuana in Italia

Anche se la politica, quando si parla di legalizzazione della marijuana in Italia, va sempre molto a rilento, ci sono state numerose proposte a riguardo. Le più recenti, com’è immaginabile, arrivano dall’ultimo governo penta-stellato. Appena un anno fa, il senatore Matteo Montero ha firmato una proposta di legge che prevedeva “disposizioni in materia di legalizzazione della marijuana per quanto riguarda la coltivazione, la lavorazione e la vendita”; sia per scopo ricreativo che per uso dei derivati. Una questione che ha scaldato notevolmente gli animi al governo, e che ha visto cinque stelle e Lega molto vicini ai ferri corti.

Così come ha fatto la proposta presentata dal senatore Lello Ciampolillo, sempre Cinque stelle; in questo caso, Ciampolillo puntava alla coltivazione domestica della marijuana per uso personale; nonché alla legalizzazione della cannabis posseduta per uso strettamente personale. Anche da parte del PD abbiamo visto diverse proposte a riguardo. La prima, presentata dalla senatrice Vincenza Bruno Bossio, conteneva come quella di Montero disposizioni in materia di legalizzazione della marijuana in Italia, di coltivazione e di vendita. E depenalizzava il possesso e la cessione a persone maggiorenni di piccole quantità di cannabis per uso personale.

Ci sono state anche proposte sul versante della legalizzazione della marijuana a scopo terapeutico. Tra queste, quella firmata da Nadia Ginetti (sempre del PD), conteneva disposizioni per l’impiego in campo farmaceutico e medico della cannabis; nonché, anche in questo caso, sulla coltivazione individuale di piccole quantità.

Anche se la strada è ancora lunga, i segnali verso un’apertura ci sono. E a noi non resta che attendere e sperare di vedere presto una legalizzazione effettiva.

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