La Croazia sta discutendo la piena legalizzazione della marijuana, anche per uso ricreativo. Potrebbe essere il primo paese europeo a compiere questo passo.
La decriminalizzazione del possesso di cannabis era arrivata già nel 2013, mentre l’uso a fini terapeutici è legale dal 2015. Recentemente, l’ex Ministro dell’Ambiente Mirela Holy ha dichiarato in una intervista televisiva che il nuovo disegno di legge prevede la piena legalizzazione e liberalizzazione della cannabis stupefacente e assieme anche della c.d. marijuana legale o light.
La proposta di legge sarà oggetto di dibattito pubblico, ha annunciato la Holy, e tutti i cittadini interessati sono invitati a partecipare. Solo dopo si passerà alla discussione in Parlamento. Le principali argomentazioni della ex Ministra sembrano essere i benefici economici che ne deriverebbero per tutto il paese, ma non solo. “Data la sua capacità di fertilizzare il suolo e di assorbire CO2 fino a quattro volte superiore, la canapa è anche importante nella lotta ai cambiamenti climatici” ha affermato. Poi ha spiegato che le stime per la vendita di prodotti correlati alla cannabis in Canada e negli Stati Uniti ammontano a 43,7 miliardi di dollari all’anno (circa 40 miliardi di euro). “Inoltre, il potenziale della cannabis non è stato ancora completamente sfruttato e la pianta può essere utilizzata per la produzione di automobili e materie prime nel settore delle costruzioni”, ha continuato Mirela.
Modello ibrido di legalizzazione della marijuana
In Uruguay la regolamentazione è sotto lo stretto controllo dello stato, spiega la Holy, mentre in Stati Uniti e Canada i privati hanno più libertà. Per la Croazia lei immagina una via di mezzo tra queste due realtà. “Proponiamo un modello ibrido (statale/privato) per mantenere alta la qualità del prodotto sul mercato” ha detto. Secondo il progetto di legge, infatti, ogni cittadino adulto potrà crescere fino a 9 piante per uso personale, ma la regolamentazione statale è necessaria per ridurre al minimo il ruolo del mercato nero, ha osservato.
Secondo alcuni la Croazia potrebbe essere ancora un paese troppo conservatore per la legalizzazione della marijuana. Ma a questa affermazione Mirela Holy risponde così: “Quando ho iniziato a parlarne qualche anno fa, le reazioni sono state molto negative, ma le cose sono cambiate. Le persone hanno bisogno prima di tutto di essere istruite e poi cambieranno il loro atteggiamento. Il potenziale di dipendenza (della cannabis) è molto inferiore a quello di nicotina o alcol. E, per quanto ne so, nessuno è mai morto per overdose di cannabis naturale. Tuttavia ci sono grandi pregiudizi, alimentati dagli interessi di determinati gruppi e industrie”.
La legge attuale
L’attuale legislazione in Croazia prevede che coltivare o vendere cannabis sia un reato punibile con la detenzione minima di tre anni. Il possesso di una piccola quantità di cannabis e altre droghe leggere, invece, è considerato un reato minore e può portare ad una multa che va da 5000 HRK (670 euro) a 20000 HRK (2680 euro) a seconda della gravità. Dall’ottobre 2015, inoltre, il Ministero della Salute croato ha legalizzato l’uso di prodotti a base di cannabis a scopi terapeutici per pazienti affetti da cancro, sclerosi multipla o AIDS. Se il disegno di legge promosso da Mirela Holy e dal suo partito ORaH (Održivi razvoj Hrvatske, “Sviluppo sostenibile croato”) fosse approvato, l’evoluzione sarebbe consistente.
Quello croato sembra essere uno dei più decisi e marcati (ma non l’unico) segnali che in Europa puntano verso una politica di legalizzazione. Altri piccoli grandi passi avanti si sono verificati in Spagna, Lussemburgo, Germania e persino in Italia. Nel nostro paese infatti la legge 242 del 2016 rende legale il commercio di infiorescenze che rispettino il limite dello 0,5% di THC, ossia la cosiddetta marijuana light o cannabis legale.
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