Ci si interroga spesso sugli effetti dei principi attivi della cannabis thc o della canapa legale sul nostro peso. Facendo qualche ricerca online, è facile imbattersi in articoli che sostengono che la cannabis faccia dimagrire, così come in altri che dichiarano invece che la marijuana influenzi negativamente il nostro metabolismo. Ma come stanno davvero le cose? Scopriamolo insieme leggendo le ultime ricerche a riguardo.
Disclaimer: questo non è un articolo di consigli medici e le informazioni qui riportate non sostituiscono il parere di un medico.
Marijuana tradizionale e cannabis light: un’importante distinzione
Prima di addentrarci nel discorso, è bene fare una distinzione. Abbiamo infatti già accennato alle differenze tra cannabis light e marijuana tradizionale nell’articolo dedicato al perché scegliere CBD e non THC.
Ma un piccolo riepilogo, in questo caso, è d’obbligo.
Cannabidiolo e tetraidrocannabinolo, ovvero i due principi attivi rispettivamente della cannabis light e della cannabis tradizionale, si differenziano per il modo in cui interagiscono con il nostro organismo. Il CBD è infatti in grado di legarsi ai nostri recettori cannabinoidi noti come CB2; ovvero i responsabili tra le altre cose del corretto funzionamento del sistema immunitario e della risposta antiinfiammatoria. Il THC, di contro, interagisce con i recettori CB1. Questi sono situati nell’encefalo e se alterati danno origine al noto effetto psicotropo; nonché ai disagi spesso riscontrati come la perdita di memoria e la difficoltà motoria.
Questa importante distinzione è anche alla base delle differenze tra cannabis light e marijuana tradizionale nel processo che porta il nostro organismo a dimagrire o ingrassare.
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Cannabis e peso: la marijuana è utile per dimagrire?
E veniamo ora alla risposta alla nostra domanda. Che si traduce in un contenuto ma promettente: è probabile, almeno se si parla di quella light o canapa legale.
Fino a qualche anno fa, gli studi scientifici si erano infatti concentrati principalmente sugli effetti della marijuana tradizionale (e dunque del THC) sul nostro metabolismo. Era noto da tempo che il nostro recettore CB1 intervenisse nei processi di assunzione e di perdita di peso; e il THC, come abbiamo visto, è strettamente legato a questo recettore. Studi collaterali su pazienti consumatori di cannabis avevano evidenziato un’alterazione della fame, che in alcuni casi si traduceva in una diminuzione dell’appetito. Ma, l’effetto psicotropo del THC provocava spesso anche una più o meno lieve “fame chimica” e dunque anche un parallelo aumento della voglia di mangiare. Dire quindi che la fame chimica fa dimagrire, come alcune persone spesso si chiedono, è decisamente inesatto.
Per coloro che si chiedono se l’hashish fa dimagrire, la risposta è molto simile. Contenendo gli stessi principi attivi della marijuana, gli effetti contrastanti descritti sopra sono praticamente gli stessi.
Questi risultati all’apparenza contraddittori sono il motivo per cui per anni non abbiamo avuto una risposta alla nostra domanda. Finché, una decina di anni fa, non si è cominciato a inserire anche il CBD nel discorso marijuana-metabolismo. Ed è qui che si sono visti i primi, interessanti, risultati. Se il THC è infatti in grado di creare quella strana contraddizione tra diminuzione dell’appetito e fame chimica, il CBD non crea la stessa confusione. I pazienti sottoposti a terapie a base di CBD riportano spesso una diminuzione della fame, e dunque anche una conseguente perdita di peso.
Ma com’è possibile, vi starete chiedendo, se il CBD non interagisce con il recettore CB1?
È quello che si sono domandati anche i ricercatori, e nel 2010 è arrivata una prima risposta dagli studi scientifici. Anche il recettore CB2 sembra infatti coinvolto nel funzionamento del nostro metabolismo. Nello specifico, sembra che alla base di fenomeni come l’obesità e di disturbi come la bulimia possa esserci un malfunzionamento di questo recettore. E dunque, il CBD potrebbe contribuire a regolarizzare il nostro metabolismo proprio grazie alla sua capacità di interagire con il recettore CB2. E di farlo in modo positivo, forse proprio combattendo un suo antagonista.
Si tratta ovviamente ancora di ipotesi, e i ricercatori stanno ancora approfondendo il discorso. Ma per ora, abbiamo una prima possibile risposta.
In conclusione
La strada verso una conferma di questa teoria è ancora lunga, ma siamo nella direzione giusta. La cannabis light, al contrario della marijuana tradizionale, sembra infatti un possibile alleato per chi desidera dimagrire. Ma è bene muoversi con cautela, e approfondire il discorso prima di prendere questi risultati come una certezza. Nel frattempo, ciò che possiamo dire è che una dieta in cui vengono integrati con saggezza prodotti derivanti dalla canapa può dare benefici anche sul versante metabolismo.