Oleolito di Cannabis: Un Tuffo nel Mondo dei Preparati Botanici

Staff WeWeed

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Nel vasto mondo dei prodotti botanici, gli oleoliti occupano un posto di rilievo. Offrendo un metodo semplice e naturale per estrazione, gli oleoliti di cannabis stanno guadagnando popolarità tra gli entusiasti di prodotti naturali. In questo articolo, esploreremo cosa sono gli oleoliti, come vengono preparati, e come differiscono dagli oli essenziali. Scopriremo anche come preparare un oleolito di cannabis e come conservarlo correttamente.

Cos’è un oleolito?

Un oleolito è un olio che ha assorbito le proprietà di una pianta attraverso un processo di macerazione. Durante questo processo, le piante vengono messe in immersione in un olio portante per un periodo di tempo specifico, permettendo all’olio di assorbire le sostanze benefiche e i principi attivi della pianta.

L’uso degli oleoliti risale a tempi antichissimi. Molte civiltà antiche, come gli Egizi, i Romani e i Greci, utilizzavano metodi di estrazione con oli per sfruttare le proprietà delle piante. Queste preparazioni erano spesso usate per la cura della pelle, per massaggi o per scopi medici.

La parola “oleolito” proviene dal latino “oleum“, che significa “olio“, e dal greco “lithos“, che significa “pietra”. Anche se la connessione con “pietra” può sembrare non immediata, è probabile che il termine voglia enfatizzare la capacità dell’olio di “catturare” e “conservare” le essenze delle piante come una pietra preziosa.

Cosa è l’oleolito di cannabis e come si differenzia da altri oleoliti?

L’oleolito di cannabis è un olio ottenuto attraverso la macerazione di parti della pianta di cannabis in un olio portante. Così come con altri oleoliti, l’obiettivo è di permettere all’olio di assorbire le sostanze benefiche e i principi attivi della pianta.

La cannabis è nota per contenere diverse molecole attive, tra cui i cannabinoidi come il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo). Questi composti hanno diversi effetti sul corpo e sulla mente, e la loro presenza nell’oleolito dipenderà dalla varietà di cannabis utilizzata e dalle sue concentrazioni specifiche.

Differenze rispetto ad altri oleoliti:

  1. Composti attivi: La principale differenza tra l’oleolito di cannabis e altri oleoliti è la presenza dei cannabinoidi. Mentre altri oleoliti possono contenere antiossidanti, vitamine, minerali e altri composti utili, l’oleolito di cannabis è ricercato principalmente per la sua concentrazione di cannabinoidi.
  2. Applicazioni: Mentre molti oleoliti vengono utilizzati principalmente per applicazioni topiche come lozioni, creme e oli per massaggi, l’oleolito di cannabis può essere utilizzato anche per scopi terapeutici. Il CBD, ad esempio, è stato studiato per i suoi potenziali benefici anti-infiammatori, analgesici e ansiolitici.
Oleolito di Cannabis

Come si fa un oleolito?

La creazione di un oleolito avviene attraverso un processo di macerazione, durante il quale le parti di una pianta vengono immerse in un olio portante per un determinato periodo di tempo. Questo permette all’olio di assorbire le sostanze benefiche e i principi attivi della pianta.

A livello chimico e fisico, diversi fenomeni avvengono durante la macerazione. Le piante sono costituite da una complessa rete di cellule che contengono oli essenziali, composti fenolici, flavonoidi, vitamine e altri principi attivi. Quando le piante vengono immerse nell’olio, le membrane cellulari iniziano a rompersi a causa della sollecitazione meccanica, del calore o dell’azione degli enzimi. Questo rilascia i composti all’interno delle cellule nell’olio.

L’olio, essendo un solvente lipofilo (cioè affine alle sostanze grasse), tende ad assorbire composti idrofobici. Molti dei principi attivi delle piante sono liposolubili, il che significa che si dissolvono più facilmente in sostanze grasse come gli oli piuttosto che in acqua. Questa affinità tra l’olio e i composti liposolubili delle piante facilita il trasferimento di questi composti dall’erbacea all’olio.

Per esempio, gli oli essenziali presenti nelle piante sono formati da molecole piccole e volatili, e molti di essi sono liposolubili. Quando la pianta viene macerata nell’olio, questi oli essenziali tendono a diffondersi nell’olio, arricchendolo delle loro proprietà. Allo stesso modo, altri composti liposolubili presenti nella pianta, come alcuni antiossidanti e vitamine, possono anch’essi legarsi all’olio durante la macerazione.

È anche importante notare che la qualità e la quantità dei composti estratti nell’oleolito possono variare in base a vari fattori, come il tipo di olio utilizzato, la freschezza della pianta, il tempo di macerazione e le condizioni di macerazione (ad esempio, se l’olio viene riscaldato o meno).

h2: Che differenza c’è tra oleolito e olio essenziale?

Oleolito e olio essenziale sono entrambi prodotti derivati dalle piante, ma sono ottenuti attraverso metodi diversi e hanno proprietà e usi distinti. Ecco le principali differenze:

  1. Metodo di produzione:
    • Oleolito: Come abbiamo discusso in precedenza, un oleolito è prodotto immergendo parti di una pianta (come fiori, foglie, radici o semi) in un olio portante per un certo periodo di tempo. Durante questo processo di macerazione, l’olio assorbe le sostanze benefiche e i principi attivi della pianta.
    • Olio essenziale: L’olio essenziale è un concentrato ottenuto principalmente attraverso processi di distillazione a vapore o pressione a freddo da varie parti delle piante, come fiori, foglie, legni, resine e agrumi. Questi oli sono estremamente concentrati e catturano l’essenza aroma-terapeutica della pianta.
  2. Composizione:
    • Oleolito: Contiene una vasta gamma di composti della pianta, inclusi quelli liposolubili, che vengono estratti nell’olio durante la macerazione.
    • Olio essenziale: È composto principalmente da terpeni, alcoli, esteri, aldeidi e altre molecole volatili. Questi oli sono molto più potenti e concentrati rispetto agli oleoliti.
  3. Uso:
    • Oleolito: Di solito è meno concentrato e può essere applicato direttamente sulla pelle. È spesso utilizzato come base per creme, lozioni e altri prodotti per la cura della pelle.
    • Olio essenziale: A causa della sua alta concentrazione, l’olio essenziale deve essere diluito prima dell’applicazione topica, di solito con un olio portante. Gli oli essenziali sono ampiamente utilizzati in aromaterapia, cosmetica, profumeria e, in alcuni casi, in medicina.
  4. Conservazione e stabilità:
    • Oleolito: Ha una durata di conservazione limitata e può diventare rancido se non conservato correttamente.
    • Olio essenziale: Ha una durata di conservazione più lunga e, se conservato correttamente in contenitori chiusi al buio, può durare diversi anni senza degradarsi.
Come si prepara un oleolito di cannabis

Come si prepara un oleolito di cannabis?

La preparazione di un oleolito di cannabis coinvolge la macerazione di materiale vegetale di cannabis in un olio portante per estrarre i composti benefici della pianta.

Come fare un oleolito di cannabis?

Ecco una descrizione dettagliata del processo:

  1. Selezione e preparazione del materiale vegetale:
    • È essenziale scegliere una cannabis di alta qualità, preferibilmente biologica e libera da pesticidi o altre sostanze chimiche. Dai uno sguardo alle nostre migliori varietà, ideali per la produzione di un oleolito di cannabis
    • Le infiorescenze (i “fiori” o “bud”) sono la parte della pianta con la più alta concentrazione di cannabinoidi, ma foglie e trim possono essere utilizzati anche se hanno concentrazioni inferiori.
    • La cannabis dovrebbe essere essiccata e sminuzzata finemente, ma non polverizzata. Questo aumenta la superficie di contatto con l’olio e facilita l’estrazione dei cannabinoidi.
  2. Decarbossilazione (facoltativo ma consigliato):
    • Molti dei cannabinoidi presenti nella cannabis cruda sono in forma acida (ad esempio, THCA, CBDA). La decarbossilazione è un processo di riscaldamento che converte questi composti acidi nella loro forma attiva (THC, CBD).
    • Per decarbossilare, distribuire la cannabis sminuzzata in modo uniforme su una teglia e infornare a circa 110-120°C per 30-45 minuti. La cannabis dovrebbe diventare marrone dorato senza bruciarsi. (Clicca qui se vuoi sapere di più sulla decarbossilazione)
  3. Macerazione:
    • Trasferire la cannabis decarbossilata in un barattolo di vetro sterilizzato.
    • Coprire completamente la cannabis con un olio portante di scelta. Gli oli comuni includono olio d’oliva, olio di cocco o olio di jojoba, ma la scelta dipende dalle preferenze personali e dall’uso previsto per l’oleolito.
    • Assicurarsi che la cannabis sia completamente sommersa dall’olio per prevenire la formazione di muffa.
    • Chiudere il barattolo ermeticamente.
  4. Periodo di macerazione:
    • Conservare il barattolo in un luogo buio e fresco per almeno 4-6 settimane. Alcuni preferiscono anche un periodo di macerazione più lungo per una maggiore estrazione.
    • È consigliabile agitare delicatamente il barattolo ogni giorno o almeno alcune volte a settimana per aiutare l’estrazione e prevenire la sedimentazione del materiale vegetale.
  5. Filtraggio:
    • Dopo il periodo di macerazione, è necessario filtrare l’olio per rimuovere qualsiasi residuo di materiale vegetale.
    • Utilizzare un colino fine o un panno di mussola posto sopra un contenitore o una ciotola. Versare lentamente l’olio attraverso il filtro.
    • Strizzare bene per estrarre quanto più olio possibile dal materiale vegetale.
  6. Conservazione:
    • Trasferire l’oleolito filtrato in contenitori di vetro sterilizzati e conservare in un luogo fresco e buio. L’oleolito di cannabis dovrebbe conservarsi per almeno 12-18 mesi se conservato correttamente.

Quali oli usare per fare gli oleoliti?

Gli oli utilizzati per produrre gli oleoliti vengono chiamati oli portatori. Un olio portatore, chiamato anche olio vettore o olio base. Questi oli portatori “trasportano” l’olio essenziale o altro composto attivo, facilitando la sua distribuzione e assorbimento senza irritare o danneggiare la pelle.

Gli oli portatori sono generalmente ricavati da semi, noci o chicchi e hanno diverse proprietà a seconda del tipo. Oltre a veicolare oli essenziali, possiedono spesso proprietà benefiche per la pelle, come effetti idratanti, nutritivi o anti-infiammatori.

Ecco alcune caratteristiche e funzioni degli oli portatori:

  1. Diluizione: Gli oli portatori diluiscono oli essenziali o altri composti concentrati, rendendoli sicuri per l’applicazione sulla pelle.
  2. Veicolazione: Aiutano a “trasportare” gli oli essenziali o altri principi attivi sulla pelle, facilitando il loro assorbimento.
  3. Protezione: Molti oli portatori hanno proprietà emollienti che aiutano a idratare e proteggere la pelle.
  4. Nutrizione: Contengono vitamine, minerali e acidi grassi essenziali che possono nutrire e rigenerare la pelle.
  5. Conservazione: Gli oli portatori, essendo meno volatili degli oli essenziali, aiutano a conservare più a lungo le preparazioni.

Quali sono i migliori oli portatori da utilizzare nella preparazione di un oleolito di cannabis?

La scelta dell’olio portante per la preparazione di un oleolito di cannabis dipende da diversi fattori, tra cui le preferenze personali, l’uso previsto dell’oleolito e le proprietà dell’olio stesso. Ecco alcuni dei migliori oli portatori comunemente utilizzati nella preparazione di oleoliti di cannabis, ognuno con le sue particolarità:

  1. Olio d’oliva:
    • È uno degli oli più popolari per la preparazione di oleoliti grazie alla sua stabilità, disponibilità e costo accessibile. Scopri qui gli oleoliti di cannabis su base olio d’oliva WeWeed
    • Ha un profilo nutrizionale ricco, con una buona quantità di vitamina E e antiossidanti.
    • L’olio d’oliva ha una consistenza media e un leggero sapore caratteristico, il che lo rende adatto per molte applicazioni.
  2. Olio di cocco:
    • Questo olio ha guadagnato popolarità nella preparazione di oleoliti di cannabis, in particolare per prodotti topici e alimentari.
    • È solido a temperature inferiori ai 24-25°C ma si fonde facilmente al calore del corpo.
    • L’olio di cocco contiene acidi grassi a catena media, che sono facilmente assorbibili dalla pelle.
  3. Olio di jojoba:
    • Tecnicamente, l’olio di jojoba è una cera liquida, ma ha una consistenza simile a quella degli oli.
    • È molto stabile e ha una durata di conservazione lunga.
    • L’olio di jojoba è particolarmente benefico per la pelle grazie alla sua similitudine con il sebo naturale della pelle umana.
  4. Olio di canapa:
    • Utilizzare olio di canapa come portante può potenziare l’effetto “entourage”, un concetto secondo il quale i vari composti della cannabis lavorano in sinergia per potenziare gli effetti l’uno dell’altro. Scopri qui gli oleoliti di cannabis su base olio di canapa WeWeed
    • Ha un alto contenuto di acidi grassi omega-3 e omega-6.
    • Tuttavia, ha una durata di conservazione più breve rispetto ad altri oli e dovrebbe essere conservato in frigorifero per prevenire il rancidimento.
  5. Olio di mandorle dolci:
    • È leggero, facilmente assorbibile e adatto per tutti i tipi di pelle.
    • Ricco di vitamine A ed E, è spesso utilizzato in prodotti per la cura della pelle.
  6. Olio di girasole:
    • Ricco di vitamina E, ha proprietà antiossidanti.
    • Ha una consistenza leggera e può essere un’ottima scelta per chi preferisce un olio meno denso.
  7. Olio di avocado:
    • Ricco e nutriente, questo olio è particolarmente benefico per pelli secche o mature.
    • Contiene vitamine A, D ed E, oltre ad acidi grassi essenziali.
  8. Olio di lino:

Come si conservano gli oleoliti?

La conservazione degli oleoliti è fondamentale per mantenere le loro proprietà e assicurare la loro durata nel tempo. Poiché sono preparazioni naturali, possono essere suscettibili all’ossidazione, alla contaminazione microbica e al rancidimento se non vengono conservati adeguatamente.

Ecco come si dovrebbero conservare gli oleoliti:

  1. Contenitori: È consigliabile utilizzare contenitori di vetro scuro, come il vetro ambrato o blu cobalto, per conservare gli oleoliti. Il vetro scuro protegge il contenuto dalla luce diretta, che può accelerare l’ossidazione e il deterioramento dell’oleolito.
  2. Luce: Gli oleoliti dovrebbero essere conservati lontano dalla luce diretta del sole e da altre fonti luminose intense. La luce può causare la degradazione di alcuni composti presenti nell’oleolito e può anche aumentare il rischio di rancidimento degli oli.
  3. Temperatura: È ideale conservare gli oleoliti in un luogo fresco. Sebbene non sia sempre necessario conservarli in frigorifero, farlo può prolungarne la durata, soprattutto in climi caldi o umidi. Tuttavia, prima di utilizzare un oleolito conservato in frigorifero, potrebbe essere necessario riscaldarlo leggermente se l’olio portatore tende a solidificarsi a basse temperature.
  4. Umidità: Gli oleoliti dovrebbero essere conservati in un luogo asciutto. L’umidità può introdurre acqua nel prodotto, creando un ambiente favorevole alla crescita microbica.
  5. Chiusura ermetica: Assicurarsi che il contenitore dell’oleolito sia ben chiuso per prevenire la contaminazione da polvere, sporco o microrganismi.
  6. Monitoraggio: Controllare regolarmente gli oleoliti per segni di rancidimento, cambiamenti di odore o aspetto. Se un oleolito mostra segni di deterioramento, è meglio scartarlo.

Se conservati correttamente, gli oleoliti possono durare da diversi mesi fino a un anno o più, a seconda dell’olio portatore utilizzato e delle erbe infuse. Tuttavia, è sempre una buona pratica utilizzare gli oleoliti entro un periodo di tempo ragionevole dalla loro preparazione per sfruttare al meglio le loro proprietà benefiche.

Utilizzo degli oleoliti

L’oleolito di cannabis ha una vasta gamma di applicazioni, grazie alle proprietà benefiche dei cannabinoidi, terpeni e altri composti presenti nella pianta di cannabis.

Come può essere utilizzato l’oleolito di cannabis?

Di seguito sono elencati alcuni dei modi in cui l’oleolito di cannabis può essere utilizzato:

  1. Uso topico:
    • Pomate e balsami: L’oleolito di cannabis può essere la base per pomate, balsami e unguenti che mirano a trattare dolori muscolari, infiammazioni, artriti e altre condizioni cutanee.
    • Lotion e creme: Miscelato con altri ingredienti come cere e acqua, può diventare la base per creme idratanti o lozioni terapeutiche.
    • Oli da massaggio: Può essere utilizzato come olio da massaggio per rilassare i muscoli tesi e fornire sollievo dal dolore.
  2. Uso cosmetico:
    • Grazie alle sue proprietà emollienti e nutrienti, può essere utilizzato in prodotti per la cura della pelle come sieri, creme, lozioni e balsami.
  3. Integrazione alimentare:
    • Se preparato con metodi adatti e utilizzando una varietà di cannabis legale (con basso contenuto di THC), può essere assunto come supplemento per sfruttare i benefici dei cannabinoidi.
  4. Preparazioni culinarie:
    • L’oleolito di cannabis può essere utilizzato in cucina, specialmente nelle preparazioni a freddo, come insalate o altri piatti freddi, per introdurre i benefici della cannabis negli alimenti.
  5. Bagni rilassanti:
    • Aggiungendo qualche goccia di oleolito di cannabis all’acqua del bagno, si può beneficiare di un effetto rilassante e lenitivo per la pelle.

Come determinare il dosaggio appropriato?

Determinare il dosaggio appropriato di un oleolito di cannabis è una parte fondamentale del suo uso, sia che lo si consumi per via orale sia che lo si applichi topicamente. Questa decisione dipende da una serie di fattori e considerazioni.

Innanzitutto, è essenziale comprendere lo scopo dell’utilizzo dell’oleolito. Per esempio, se qualcuno sta cercando di ottenere un effetto rilassante o anti-infiammatorio attraverso l’applicazione topica, la precisione del dosaggio potrebbe non essere così critica come quando lo si assume oralmente, dove gli effetti sistematici possono variare notevolmente a seconda della quantità consumata.

Un altro aspetto cruciale da considerare è la concentrazione dei composti attivi nell’oleolito, come il CBD o il THC.

Se stai iniziando ad utilizzare l’oleolito di cannabis, specialmente per via orale, è sempre consigliabile procedere con cautela. Come con molte sostanze, è saggio iniziare con una piccola quantità e monitorare attentamente la propria reazione. Questo approccio graduale consente di capire come il proprio corpo risponde all’oleolito e di regolare il dosaggio di conseguenza, riducendo al minimo il rischio di effetti indesiderati.

Quali sono gli studi scientifici che supportano l’uso dell’oleolito di cannabis?

Sebbene la cannabis sia stata utilizzata in questa forma da molte culture tradizionali, gli studi scientifici moderni tendono a concentrarsi sugli oli e sugli estratti purificati, poiché questi metodi di estrazione producono prodotti con concentrazioni più elevate e più facilmente quantificabili dei composti attivi.

Quali sono i benefici dell’utilizzo dell’oleolito di cannabis?

Ecco alcune aree di ricerca rilevanti per gli effetti della cannabis:

  1. Trattamento del dolore: Ci sono numerosi studi che indicano che la cannabis e i suoi composti possono aiutare a gestire il dolore cronico, in particolare il dolore neuropatico. Fonte
  2. Epilessia: Il CBD, in particolare, è stato studiato per il trattamento di alcune forme di epilessia resistente al trattamento. La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato un farmaco a base di CBD, chiamato Epidiolex, per il trattamento di due forme rare di epilessia infantile. Fonte
  3. Ansia e Depressione: Alcune ricerche suggeriscono che il CBD potrebbe avere effetti ansiolitici e antidepressivi. Fonte
  4. Effetti Anti-infiammatori: Si ritiene che la cannabis abbia proprietà anti-infiammatorie, che potrebbero essere utili in condizioni come l’artrite. Fonte
  5. Malattie neurodegenerative: Ci sono alcune ricerche preliminari che suggeriscono che la cannabis potrebbe avere benefici nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla. Fonte
In questo video scoprirete come fare un oleolito di cannabis comodamente a casa!


Quali sono i principi attivi presenti nell’oleolito di cannabis e come agiscono?

L’oleolito di cannabis contiene una serie di principi attivi derivanti dalla pianta di cannabis stessa. La composizione esatta può variare a seconda della varietà di cannabis utilizzata, del metodo di preparazione dell’oleolito e del tempo di infusione. Ecco i principali composti attivi presenti nella cannabis e una breve descrizione del loro modo d’azione:

  1. Tetraidrocannabinolo (THC): È il principale composto psicoattivo della cannabis. Si lega ai recettori cannabinoidi nel cervello e nel sistema nervoso centrale, producendo effetti che possono variare da euforia e alterazioni della percezione a rilassamento e aumento dell’appetito. La sua affinità per il recettore CB1 è particolarmente forte, ed è questo legame che è responsabile della maggior parte degli effetti psicoattivi del THC.
  2. Cannabidiolo (CBD): Non ha effetti psicoattivi come il THC e, in realtà, può modulare o attenuare alcuni degli effetti del THC quando sono presenti insieme. Il CBD ha dimostrato di avere potenziali effetti anti-infiammatori, ansiolitici, antipsicotici e neuroprotettivi. Agisce attraverso vari meccanismi, incluso l’interazione con diversi recettori nel corpo, come i recettori serotoninergici 5-HT1A, i recettori vanilloidi e i recettori GPR55.
  3. Cannabinoidi minori: Oltre a THC e CBD, la pianta di cannabis contiene numerosi altri cannabinoidi, tra cui CBC, CBG e CBN, che hanno effetti e proprietà unici. Anche se sono presenti in quantità minori rispetto a THC e CBD, possono svolgere ruoli significativi, specialmente in combinazione con altri composti (un fenomeno noto come “effetto entourage”).
  4. Terpeni: Sono composti aromatici responsabili del profumo e del sapore distintivo della cannabis. Oltre al loro ruolo nell’aroma della pianta, si ritiene che i terpeni abbiano effetti terapeutici propri e che possano influenzare o modulare gli effetti dei cannabinoidi. Alcuni terpeni comuni nella cannabis includono limonene, mircene, pinene, linalolo e caryofillene, ognuno dei quali ha potenziali effetti terapeutici e farmacologici.
  5. Flavonoidi: Sono composti che contribuiscono al colore e alle proprietà antiossidanti della pianta. Anche se meno studiati dei cannabinoidi e dei terpeni, si ritiene che i flavonoidi presenti nella cannabis abbiano proprietà anti-infiammatorie e neuroprotettive.

Speriamo che questa panoramica sull’oleolito di cannabis possa esserti utile nel comprendere a fondo i benefici, gli utilizzi e gli studi a riguardo! Se vuoi sapere di più sui singoli oleoliti di cannabis WeWeed dai uno sguardo ai nostri prodotti nella sezione olio CBD

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