“Rilassato e lungimirante” sono due aggettivi che suonano strani accanto al nome di Mike Tyson, eppure il pugile può essere definito entrambe le cose, con l’aiuto della marijuana.
Tutti conosciamo Mike Tyson prima di tutto come una leggenda del pugilato. Per molti anni ha regnato come signore indiscusso del ring, inanellando numerosi successi e ben poche sconfitte. Una carriera non immacolata la sua, con alcune zone d’ombra particolarmente oscure. Ma quando il proprio lavoro consiste nel salire su un ring e trasformare l’avversario in un ammasso di lividi, è difficile mantenere sempre un alto contegno.
Tuttavia, non è della sua carriera come pugile che voglio parlare, ma del suo lato imprenditoriale.
Mike Tyson, imprenditore della marijuana.
Intendiamoci, Tyson non è passato dal ring all’erba dall’oggi al domani, anzi. Da quando ha abbandonato la boxe, sentendo che lo sport non lo appassionava più, ha esplorato diverse strade.
Con un patrimonio quantificabile nell’ordine delle decine di milioni di dollari, si è potuto dedicare a quel che più gli interessava in ogni momento. Come, ad esempio, accudire più di trecento piccioni in una mansione in Arizona.
Non si è imbarcato solo in imprese buffe e senza senso però, e ha fondato un numero di aziende e fondazioni, tra cui alcune dedicate alla carità e al supporto per i meno fortunati.
E una di queste aziende è il Mike Tyson Ranch, una fattoria californiana con più di 40 acri di campi coltivati a marijuana.
Quaranta acri sono davvero tanti, e la quantità di erba che l’ex pugile è in grado di produrre, immensa. Parte di questo ben di dio finisce direttamente in fumo a kilometro zero, per stessa ammissione di Tyson, che ammette di fumare intorno ai cinquantamila dollari di marijuana ogni settimana, assieme al suo socio in affari Eben. Non sappiamo se Mike dicesse sul serio, ma di sicuro non è estraneo all’erba.
Poco prima che abbandonasse il pugilato infatti, Mike Tyson era risultato positivo alla marijuana in un test effettuato poco dopo un incontro. L’incontro, vinto inizialmente da Tyson, venne decretato come un nulla di fatto dagli arbitri e generò non poche chiacchiere.
La marijuana come alternativa agli oppiacei
Man mano che Mike si allontanava dallo sport, diventava sempre più libero e sincero nel raccontare del suo rapporto con la marijuana. Spiegò che l’erba lo aiutava a rilassarsi, ed era anche utilissima come antidolorifico, cosa che a un uomo che aveva passato anni della sua vita a farsi riempire di botte tornava indubbiamente utile.
La prescrizione tipica dei dottori, racconta Tyson, era quella di questo o quell’altro antidolorifico tradizionale, quasi sempre oppiaceo. Medicinali che il pugile prendeva, ma senza apprezzarli granché. Lo rendevano confuso, afferma, e sebbene eliminassero il dolore, gli appannavano la mente e rallentavano i pensieri.
La marijuana invece, anche se non raggiungeva la stessa potenza degli oppiacei, aveva un effetto molto meno distruttivo sulla coscienza dell’ex-pugile.
Il resort alla marijuana di Mike Tyson
Dopo aver approfondito i benefici della ganja, Mike ha deciso di condividerli con quante più persone possibili. Presiede una scuola dove gli aspiranti coltivatori imparano a trattare al meglio le diverse varietà. E probabilmente è anche grazie al suo aiuto finanziario che la California è lo stato americano più avanzato in materia di legalizzazione.
Ma non è finita qui. Mike progetta di costruire un gigantesco resort, più di quattrocento acri, tutto a tema marijuana. Tanto da chiamarlo “Lollapalooza of cannabis”. Per chi non lo conoscesse, il Lollapalooza è uno tra i più grossi festival musicali del mondo intero. E quando si parla di musica e marijuana c’è un altro nome che salta subito all’occhio. Snoop Dogg. Ne abbiamo parlato anche noi, e dato che lui e Tyson sono amici, possiamo già immaginare chi sarà il resident artist del resort.
Probabilmente ci vorrà ancora un po’ a Iron Mike per realizzare questo particolare sogno, ma nel mentre non rimane con le mani in mano, e continua a pensare in grande. Ad esempio, qualche tempo fa ha proposto di acquistare i diritti sul nome del Camp Nou di Barcellona. Lo stadio, casa del Barcelona FC, potrebbe essere rinominato in onore della sua azienda di marijuana terapeutica, suggerisce Tyson. Anche in questo caso, non sappiamo se questo progetto diventerà realtà, ma il campione sembra sicuramente ce la sta mettendo tutta.
Ora la marijuana di Mike Tyson rimane confinata in America, ma non c’è da disperare. WeWeed infatti vi offre una selezione altrettanto ampia e valida, ma di marijuana light e quindi totalmente legale in Italia, a portata di un semplice click.