Quali sono le proprietà del CBD e tutto quello che serve sapere
Non è certo la prima volta che parliamo di cannabis CBD, qui su Weweed. Ma l’argomento cannabidiolo è vasto ed esteso, e quello di cui avevamo bisogno era un approfondimento completo sul tema. In questo articolo vediamo quindi nel dettaglio cos’è il CBD, come agisce sul sistema endocannabinoide e quali effetti ha sul nostro organismo. Ma non solo. Facciamo anche un’immersione nel mondo degli estratti del CBD, vediamo in quali forme può essere venduto e assunto e parliamo un po’ di legislazione in merito al cannabinolo.
Storia del CBD
Il cannabidiolo, noto anche come CBD, è un metabolita della Cannabis sativa.In parole semplici, è una molecola prodotta dal metabolismo della pianta di canapa, alla quale si arriva dopo una lunga serie di complesse reazioni chimiche naturali. Il CBD è considerato un principio attivo perché in grado di interagire con il nostro organismo, proprio come il più noto THC. A differenza di quest’ultimo, però, il CBD non possiede effetti psicotropi. Dove il THC è infatti psicoattivo, e tra le altre cose causa assuefazione, il cannabidiolo non ha un azione negativa sul corpo umano. Al contrario, sappiamo che si tratta di una sostanza dai molteplici effetti terapeutici, ed è per questo motivo che negli ultimi anni è diventato tanto interessante.
Il CBD è stato isolato per la prima volta da una pianta di cannabis nel 1940 dal team dello statunitense R. Adams e successivamente descritto da Raphael Mechoulam, professore di medicina (nonchè autorevole chimico organico) alla Hebrew University of Jerusalem in Israele. Grazie al suo contributo e quello di tanti altri ricercatori che hanno seguito le sue orme si è arrivati alla conoscenza di cui oggi disponiamo del cannabidiolo e le sue peculiarità.
L’umanità, a dirla tutta, conosce il cannabidiolo fin dall’antichità. Proprio come il THC, il CBD è infatti presente nelle piante della Canapa Sativa, in percentuali variabili in base alla genetica. È proprio il cannabidiolo ad aver reso la marijuana così interessante per molte culture antiche. I suoi effetti terapeutici sono alla base di molti degli utilizzi tradizionali della cannabis, e spesso sono stati utilizzati inconsapevolmente per attenuare gli effetti negativi del THC.
A cosa serve il CBD
Ma che effetto ha il CBD sul nostro organismo? Sappiamo già abbastanza bene che il THC, ovvero il delta-9-tetraidrocannabinolo, è in grado di stimolare i nostri recettori cannabinoidi. Nello specifico, il THC stimola i recettori del nostro sistema chiamati CB1 e CB2; legandosi ad essi, li attiva e altera il segnale normale che questi invierebbero al resto dell’organismo. Da qui i noti effetti collaterali come l’alterazione della percezione e l’azione psicotropa che causa dipendenza in chi lo assume.
Il CBD, al contrario, ha un effetto molto più positivo su questi recettori. Quando presente in una genetica di cannabis insieme al THC, il cannabinolo può mitigare l’azione di quest’ultimo sui recettori, limitandone l’effetto psicotropo. Inoltre, alcune ricerche recenti sembrano suggerire che il CBD, interagendo con i recettori CB2 posti nel nostro sistema immunitario, sia in grado di migliorare il loro funzionamento. A questo, si aggiunge un’azione positiva sui recettori CB1, che tra le altre cose regolano la risposta dell’organismo al dolore e agli stimoli sensoriali.

Molecola di CBD
CBD: effetti e proprietà benefiche
Proprio dall’interazione positiva con il nostro sistema endocannabinoide derivano le proprietà benefiche del CBD. In primis, l’azione antidolorifica che lo rende una sostanza così interessante dal punto di vista terapeutico. Il cannabidiolo è in grado di lenire molti dei dolori derivanti da patologie o disagi psicofisici. Mal di testa, mal di stomaco e tensione nervosa, ma anche dolori mestruali e infiammazioni cutanee.
Inoltre, il CBD ha un’azione antipsicotica e ansiolitica (derivante sempre dall’interazione con i recettori CB1). Le ultime ricerche suggeriscono che possa essere somministrato per il trattamento di ansia, insonnia, depressione; nonché per mitigare gli effetti di una sindrome da disturbo post-traumatico o da disturbo ossessivo compulsivo.
e rendere però il CBD cannabis così utile dal punto di vista terapeutico è soprattutto il fatto che non ha effetti psicotropi. Non dà assuefazione, dunque, e ciò permette di considerare una cura a base di marijuana light per molti di quei disturbi che, al momento, vengono trattati con la marijuana tradizionale. L’epilessia è uno di questi, ad esempio, così come la cura del morbo di Parkison: sono diversi gli studi attualmente in corso per sostituire queste cure attualmente a base di THC con le più sicure cure tramite cannabis light.
Da segnalare anche l’interessante azione del cannabidiolo sul nostro metabolismo. Negli ultimi anni, alcune ricerche si sono concentrate sugli effetti del CBD sulla nostra percezione dell’appetito, e si pensa vi sia una correlazione tra questa molecola e l’azione del recettore CB2 sul metabolismo.
Gli estratti al CBD e i metodi di produzione
Per produrre un estratto di CBD è necessario partire da una varietà di cannabis adatta. In Italia, ad esempio, si fa riferimento alla lista di genetiche permesse a livello europeo per l’uso industriale. Si tratta di varietà ad alto contenuto di cannabidiolo e a basso contenuto di THC (meno dello 0,6%), che non possiedono dunque effetti psicotropi. Il primo passaggio per ottenere gli estratti è quello del cosiddetto grezzo, che ha l’aspetto di melassa scura. Si tratta di una prima estrazione che contiene molti dei componenti base della pianta di canapa. CBD per primo, ma anche CBDA e molti altri cannabinoidi, insieme a terpeni e clorofilla.
L’estratto grezzo viene poi raffinato in un processo a fasi, che mira a ottenere un prodotto finale puro. Ogni estrazione contiene una concentrazione sempre maggiore di CBD, e percentuali in calo delle altre sostanze. Raggiunta una concentrazione superiore all’80%, l’estratto comincia a cristallizzare, ovvero ad assumere aspetto solido e struttura definita. La raffinazione prosegue finché non si raggiungono purezze del 99%, e dunque finché non si ottiene un cristallo che è quasi del tutto CBD.
Questo è quello che viene definito Crystal CBD, ed è ciò che trovate sul mercato quando acquistate i cristalli di cannabidiolo.
In quali forme si trova il CBD e come si assume
Il Crystal CBD non è l’unica forma in cui troviamo il cannabidiolo. Sul mercato esistono infatti anche oli al CBD, eliquid e capsule, e ognuna di queste ha un uso e una modalità di assunzione differenti. Tra questi, il CBD oil, anche detto olio al CBD, è tra le forme più note e apprezzate, anche e soprattutto per la sua versatilità.
Venduto solitamente in fialette con dosatore, il CBD oil ha un’azione rapida e mirata sull’organismo. Si assume a gocce, somministrate sottolingua, ed è indicato per il trattamento del dolore in casi come emicrania e mal di stomaco; nonché per il trattamento di insonnia, ansia e disturbi depressivi. A rendere il CBD oil così interessante è anche il fatto che si tratta di un estratto non puro di CBD. Il cannabidiolo è infatti mischiato a un olio vegetale. Al suo interno, oltre al cannabidiolo sono presenti anche altri cannabinoidi, sempre prodotti dal metabolismo della Canapa Sativa. Questo garantisce all’olio un’azione più completa, chiamata in gergo azione Full Spectrum.
La scelta tra cristalli e olio dipende soprattutto dallo specifico utilizzo che se ne vuole fare. I Crystal CBD, contenendo CBD quasi pura, sono adatti ai trattamenti brevi e intensivi. Per assumerli è necessario un vaporizzatore, dal quale è possibile controllare la temperatura e dunque la fusione del reticolo cristallino. L’olio, di contro, è adatto ai trattamenti a lungo termine, proprio perché viene assunto in dosi più ridotte e meno intense.
Gli eliquids al CBD sono invece liquidi definiti da svap, ovvero assumibili mediante sigaretta elettronica. Contengono solitamente anche aromi naturali e permettono di assumere il CBD attraverso l’apparato respiratorio, evitando però l’uso di nicotina o temperature troppo elevate e dannose per l’organismo.
Le infiorescenze e i semi
Oltre alle forme viste sopra, il CBD può ovviamente essere assunto anche come infiorescenza, come semi e in tutte le altre forme derivate da queste due. La marijuana light è proprio l’infiorescenza ad alto contenuto di CBD, prodotta da una pianta certificata con tasso di THC inferiore allo 0.6%. Tutti i benefici del cannabidiolo visti sopra sono presenti anche in queste due forme; e l’infiorescenza rimane il metodo migliore per godere delle diverse sfumature di aroma e di odore proprie di ciascuna genetica legale.
Le infiorescenze possono essere acquistate sia in negozi fisici che in quelli online; ma è importante saper riconoscere la qualità dei prodotti e l’affidabilità dei produttori per non incorrere in infiorescenze mal trattate e poco efficaci. Raccolta, concia e seccaggio sono passaggi chiari per garantire alte concentrazioni di CBD e intensità dell’effetto di quest’ultimo sull’organismo. Nonché per assicurarsi la migliore esperienza possibile da questa assunzione.
Tra le genetiche di marijuana light più note ricordiamo specie come la Critical Lime, la Lemon Haze o la Moonrock; tutte ad alto contenuto di CBD e a basso tasso di THC ma con le sfumature originali delle genetiche dalle quali derivano.
Gli effetti collaterali del CBD
Allo stato attuale della ricerca, non sono stati individuati effetti collaterali correlati all’uso del CBD. L’assenza di effetto psicotropo sembra rendere il cannabidiolo un ottimo sostituto del THC nella cura di molti dei disturbi visti sopra. Il sovradossagio, a quello che ci dicono le ultime revisioni delle ricerche scientifiche, non pare essere un rischio per la salute umana, almeno finché non si superano i 1500 mg al giorno. Oltre questo dosaggio, non ci sono ancora sufficienti dati per avanzare delle ipotesi, anche se si suppone che il cannabidiolo rimanga un principio sicuro per molte delle applicazioni comune.
Nel 2018, comunque, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un rapporto che suggerisce proprio l’assenza di effetti collaterali dervianti dall’assunzione di cannabidiolo. Servono ancora molti studi per far diventare questi suggerimenti delle vere e proprie certezze ma, fino a qui, possiamo affermare che il CBD sia un alleato molto valido nel trattamento di un gran numero di disturbi. E in attesa di leggere nuove ricerche a riguardo, ci consoliamo leggendo i brillanti risultati raggiunti dal mondo scientifico fin qui in materia di cannabis light e di applicazione terapeutica.