La Cannabis Indica è una sottospecie della pianta pianta che appartiene alla famiglia delle Cannabaceae, originaria delle regioni dell’Asia centrale e del subcontinente indiano. È stata tradizionalmente utilizzata per scopi medicinali e terapeutici, è spesso utilizzata per alleviare il dolore, l’ansia e l’insonnia.
Cannabis indica: origine e storia
La cannabis indica è una varietà di cannabis che si crede sia originaria dell’Asia meridionale, in particolare delle regioni dell’Hindu Kush, del Pakistan, dell’Afghanistan e dell’India settentrionale. Questa varietà è stata coltivata per migliaia di anni per le sue proprietà medicinali, psicoattive e industriali.
Le prime tracce storiche della cannabis indica risalgono al 2000 a.C., quando veniva utilizzata come medicinale nella medicina tradizionale ayurvedica dell’India. Nel tempo, la cannabis indica si è diffusa anche in altre parti dell’Asia meridionale, come il Nepal e il Tibet, dove veniva utilizzata per scopi religiosi e culturali.
Durante il periodo coloniale britannico in India, la cannabis indica venne utilizzata anche dai soldati britannici per i suoi effetti rilassanti e analgesici, ma anche per combattere la malaria e l’insonnia. Fu in questo periodo che la cannabis indica iniziò ad attirare l’attenzione degli scienziati occidentali che, incuriositi dalle sue proprietà psicoattive, iniziarono a studiarla e ad analizzarla.
Fù il biologo francese Jean-Baptiste Lamarck, nel 1785, fu il primo a introdurre la distinzione tra Cannabis Indica e Cannabis Sativa. Egli aveva osservato che alcune piante di canapa provenienti dall’India possedevano proprietà stupefacenti diverse delle loro parenti occidentali. Essendo le piante ai tempi conosciute già note con il nome di Cannabis Sativa, egli coniò il termine di Cannabis Indica per riferirsi a quelle provenienti dall’oriente.
Con il passare del tempo, la cannabis indica iniziò ad essere coltivata anche in altre parti del mondo, come il Nord Africa, l’America centrale e il Sud America, dove venne utilizzata principalmente per scopi industriali, come la produzione di fibre tessili, carta e oli.
Negli anni ’60 e ’70, la cannabis indica divenne popolare anche nella cultura hippie, diventando simbolo di libertà e di ribellione. Fu in questo periodo che la cannabis indica iniziò ad essere coltivata anche in Europa e negli Stati Uniti, dove veniva utilizzata principalmente per scopri ricreativi.
Oggi, la cannabis indica è ancora ampiamente coltivata e utilizzata in tutto il mondo per una vasta gamma di scopi, tra cui il trattamento di condizioni mediche come la nausea, il dolore cronico, la sclerosi multipla, la depressione e l’ansia. Tuttavia, a causa delle sue proprietà psicoattive e della sua classificazione come sostanza controllata in molti paesi, la cannabis indica è ancora al centro di controversie e dibattiti.
La pianta
Esistono diversi tipi di erba indica ma presentano comunque delle caratteristiche peculiari visibili ad occhio nudo che ci permettono di distinguerle. Le piante sono relativamente basse e tozze e presentano una lunga cima centrale, mediamente intorno a 1,5m, raramente superano i 3m di altezza. Gli internodi sono molto più ravvicinati e i rami si alternano in maniera regolare e simmetrica intorno a un fusto molto spesso.
Questo è il risultato di una fase vegetativa piuttosto breve, tipicamente legata alle condizioni ostili. Le foglie si sono evolute in modo da sviluppare una maggiore superficie per poter catturare abbastanza luce solare anche durante gli inverni più duri. La cannabis Indica arriva a fioritura con l’accorciarsi delle giornate e dei cicli di luce e si conclude generalmente nell’arco di 7 settimane.
Una delle particolarità della cannabis indica è la sua capacità di produrre tanta resina contenente una concentrazione elevata di cannabinoidi e terpeni. Ciò la rende la pianta ideale per la produzione di hashish.
Le foglie
Le foglie di cannabis Indica hanno una seghettatura più accentuata e sono più tozze. Le punte che formano la foglia hanno una profilo più tondeggiante e convesso e, insieme alla naturale forma “tarchiata” della pianta stessa, contribuiscono ad attribuirgli un aspetto simile a un cespuglio. Sono una delle parti più caratteristiche della pianta e svolgono diverse funzioni importanti per la crescita e lo sviluppo della pianta stessa.
Le foglie della cannabis indica sono palmate e dentellate, con una forma tipica a 5-7 foglie lanceolate, e possono variare di dimensioni a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione. In generale, le foglie più grandi si trovano nella parte inferiore della pianta, mentre le foglie più piccole si trovano nella parte superiore, vicino ai fiori.
Le foglie della cannabis indica svolgono diverse funzioni essenziali per la crescita della pianta, tra cui la fotosintesi, la respirazione e la traspirazione. La fotosintesi è il processo attraverso cui la pianta converte la luce solare in energia, producendo zuccheri e ossigeno a partire dall’anidride carbonica. La respirazione è il processo attraverso cui la pianta converte gli zuccheri in energia utilizzabile per la crescita e lo sviluppo della pianta stessa. La traspirazione è il processo attraverso cui la pianta assorbe l’acqua dal terreno e la trasferisce alle foglie, dove viene rilasciata nell’atmosfera attraverso i pori della foglia.
Anche le foglie della cannabis indica possono contenere una concentrazione variabile di cannabinoidi, in particolare di THC e CBD, che conferiscono alla pianta le sue proprietà medicinali e psicoattive. In generale, le foglie più grandi e mature della pianta contengono una maggiore concentrazione di cannabinoidi rispetto alle foglie più piccole e alle gemme.
Le foglie della cannabis indica possono anche essere utilizzate per il controllo della qualità della pianta e del raccolto. L’aspetto, la forma e il colore delle foglie possono fornire importanti indicazioni sulle condizioni di crescita della pianta, sulla maturità dei fiori e sulla concentrazione di cannabinoidi.
Le foglie vengono spesso utilizzate per produrre estratti, come ad esempio l’olio CBD. Gli estratti di cannabis ottenuti dalle foglie della pianta contengono una concentrazione variabile di cannabinoidi e possono essere utilizzati per scopi medicinali, ricreativi o industriali.
Il fiore
Come accennato sopra, la cima centrale è uno dei più vistosi tratti distintivi dei tipi di marijuana indica e la fase di fioritura è sicuramente il momento più spettacolare da questo punto di vista. All’apice dello sviluppo, i fiori di indica ricoprono la cima centrale, a volte fino a metà fusto. I rami sono similmente appesantiti da grappoli di fiori strettamente raggruppati tra di loro.
I fiori della cannabis indica si sviluppano nella parte superiore della pianta e possono avere diverse forme e dimensioni a seconda della varietà. In genere, i fiori della cannabis indica sono molto compatti, densi e ricoperti di resina.
La fioritura della cannabis indica richiede un fotoperiodo di almeno 12 ore di buio al giorno per iniziare a produrre i fiori. La durata della fase di fioritura può variare da varietà a varietà, ma in genere dura tra le 6 e le 12 settimane, durante le quali i fiori si sviluppano e maturano.
I fiori della cannabis indica possono avere una vasta gamma di colori, forme e profumi a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione. Alcune varietà di cannabis indica, come la Purple Kush o la Granddaddy Purple, sono note per il loro colore viola intenso, mentre altre varietà, come la Hindu Kush o la Afghani, presentano fiori verdi scuro e compatti.
I fiori della indica possono essere maschili o femminili, a seconda della varietà della pianta. I fiori maschili producono il polline che viene utilizzato per fecondare i fiori femminili e produrre semi esattamente come nella cannabis indica. I fiori femminili producono i tricomi che contengono la maggior parte dei composti attivi della pianta.
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Coltivazione della cannabis indica
La cannabis indica è una pianta resistente che può essere coltivata in una vasta gamma di condizioni climatiche, ma ci sono alcune condizioni ideali che possono favorirne la crescita e la produzione.
In generale, la cannabis indica preferisce un clima caldo e secco, con temperature comprese tra i 18°C e i 28°C durante il giorno e tra i 12°C e i 18°C di notte. Tuttavia, la pianta può tollerare anche temperature leggermente più basse o più alte a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione.
La cannabis indica ha bisogno di molta luce solare per crescere e fiorire. La pianta ha bisogno di almeno 12 ore di luce al giorno durante la fase vegetativa e di almeno 12 ore di oscurità al giorno durante la fase di fioritura. In zone con inverni rigidi o periodi di oscurità prolungati, la cannabis indica può essere coltivata anche in serra o in ambiente indoor, dove le condizioni di luce e temperatura possono essere controllate artificialmente.
Per quanto riguarda l’umidità, la cannabis indica preferisce un ambiente relativamente secco con una percentuale di umidità compresa tra il 40% e il 60%. L’umidità eccessiva può causare muffe e malattie della pianta, mentre un’umidità troppo bassa può causare la disidratazione delle foglie e la crescita lenta della pianta.
Inoltre ha bisogno di un terreno ben drenato e ricco di nutrienti per crescere e svilupparsi correttamente. Il pH del terreno ideale per la cannabis indica dovrebbe essere compreso tra 6 e 7,5, mentre la concentrazione di azoto, fosforo e potassio nel terreno dovrebbe essere bilanciata per favorire la crescita della pianta nelle diverse fasi di crescita
Infine, la cannabis indica ha bisogno di acqua regolare e moderata per crescere, ma è importante evitare l’accumulo di acqua nel terreno, che può causare la putrefazione delle radici. L’irrigazione dovrebbe essere fatta con attenzione, evitando di bagnare eccessivamente la pianta e di innaffiarla durante le ore più calde della giornata.
Gli effetti della cannabis Indica
Benefici cannabis indica: parliamo di effetti rilassanti, talvolta addirittura sedativi e contemplativi. Da qui arriva la classica sensazione di “couch lock” (rimanere incatenati al divano) e tutti i classici stereotipi dello “sballone” con la parlata lenta e il sorrisino perenne, vittima delle circostanze e procrastinatore professionista.
La cannabis indica è una pianta nota per i suoi effetti psicoattivi e medicinali, che possono variare notevolmente a seconda della varietà e della concentrazione di cannabinoidi presenti nella pianta.
Le indica (e gli ibridi a predominanza Indica) sono quindi predilette da chi cerca dei momenti di totale relax, immersione e contemplazione. Gli effetti cerebrali sono spesso accompagnati da sensazioni corporee che possono variare da una genetica all’altra ma che spesso rendono l’esperienza ancora più interessante e avvolgente.
La cannabis indica può causare effetti collaterali come secchezza delle fauci, occhi arrossati, aumento dell’appetito e riduzione della capacità di concentrazione e coordinazione.
In campo terapeutico ci sono degli effetti in comune con le cannabis Sativa, come per esempio il sollievo dalla nausea e la stimolazione dell’appetito. Le genetiche indica vengono spesso usate per le proprietà sedative e analgesiche che danno sollievo da dolori muscolari, problemi alle articolazioni e alle ossa, artrite, emicrania e altre patologie con sintomi analoghi.
Un studio del 2018 ha esaminato l’efficacia della cannabis indica nel trattamento del dolore cronico non oncologico. I partecipanti hanno ricevuto una dose di cannabis indica contenente una quantità equilibrata di THC e CBD. Lo studio ha concluso che la cannabis indica può essere efficace nella riduzione del dolore cronico, ma gli effetti possono variare notevolmente da paziente a paziente.
Un altro studio del 2012 ha esaminato l’efficacia della cannabis indica nel trattamento della spasticità associata alla sclerosi multipla.
Un altro studio del 2018 ha esaminato l’efficacia della cannabis indica nel trattamento dell’epilessia.
Molti altri studi sono confermato in maniera definitiva gli effetti benefici della cannabis indica.
Come assumerla?
La Cannabis Indica può essere consumata in vari modi, come fumare, vaporizzare, utilizzare oli o concentrati o mangiare prodotti commestibili, come biscotti alla marijuana o torte.
- Fumo: il fumo è il metodo di assunzione più comune per la cannabis. I fiori della cannabis indica possono essere triturati e fumati in una sigaretta di cannabis o in un bong. Tuttavia, fumare può essere dannoso per i polmoni e può causare danni a lungo termine alla salute.
- Vaporizzazione: la vaporizzazione è un metodo di assunzione più sicuro rispetto al fumo, in quanto non brucia la cannabis ma la riscalda fino a produrre vapore. La vaporizzazione può essere eseguita utilizzando un vaporizzatore portatile o da tavolo.
- Edibili: sono prodotti a base di cannabis che possono essere mangiati, come ad esempio i brownies o i biscotti al cannabis. I comestibili richiedono più tempo per agire rispetto ai metodi di assunzione inalatori, ma possono fornire un effetto più duraturo.
- Estratti: gli estratti di cannabis, come l’olio di cannabis, possono essere assunti per via orale o inalata utilizzando un vaporizzatore. Gli estratti di cannabis sono generalmente più concentrati rispetto ai fiori di cannabis e richiedono dosaggi precisi per evitare effetti indesiderati.
- Topicali: i prodotti topici a base di cannabis, come le creme e gli unguenti, possono essere applicati direttamente sulla pelle per alleviare il dolore o l’infiammazione.
In conclusione
La cannabis indica è una pianta che ha una lunga storia di utilizzo medicinale e ricreativo. L’uso della cannabis indica può causare effetti collaterali indesiderati come paranoia, ansia e confusione, e può anche causare dipendenza. La cannabis indica differisce dalla cannabis sativa per alcune caratteristiche botaniche e chimiche, e ha usi medici specifici come la gestione del dolore cronico e l’ansia.
In Italia, l’uso della cannabis indica è ancora illegale, ma è consentito per scopi medici in alcune circostanze. Tuttavia la legalizzazione della cannabis indica sembra ancora lontana. PER ORA.