I cannabinoidi possono fornire un aiuto all’intestino? Ecco tutto quello che c’è da sapere e cosa dice davvero la scienza.
Benefici della cannabis

La cannabis light può essere utilizzata per trattare diverse malattie o condizioni. Il cannabidiolo (CBD) è il composto principale degli effetti benefici di questa pianta, visto che è in grado di agire sul dolore, sulla memoria, sull’appetito e anche nella gestione del movimento. Per cinque millenni la Cannabis è stata utilizzata in tutto il mondo a scopo medico, ricreativo e spirituale.
Il suo primo utilizzo in campo terapeutico avvenne probabilmente in Asia centrale per poi diffondersi in seguito in Cina, India, Egitto, Persia e Siria. I suoi benefici sono stati anche valorizzati anche tra i Greci e i Romani, con indicazioni (dolore, vomito, convulsioni e spasticità muscolare) sorprendentemente simili a quelle per cui viene attualmente utilizzata a scopo terapeutico.
Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata in modo particolare sulle proprietà dei cannabinoidi, dimostrando l’efficacia delle componenti della cannabis anche nel trattamento delle patologie intestinali, in particolari di quelle infiammatorie.
Studi scientifici hanno dimostrato che il CBD è in grado di curare la sindrome dell’intestino permeabile grazie alle sue numerose proprietà curative. Tra queste segnaliamo l’azione protettiva che svolge sulle mucose intestinali aiutando a prevenire danni al “sistema di filtraggio naturale”.
La cannabis come aiuto per l’intestino
Una concreta possibilità potrebbe essere offerta dalla cannabis terapeutica, i cui effetti antinfiammatori sono stati riconosciuti a livello scientifico. Le due patologie più comuni risultano essere la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, raramente fatali, ma in grado di compromettere la qualità della vita, poiché provocano vomito, diarrea (anche ematica), perdita di peso, dolore addominale.
Attualmente, le patologie infiammatori intestinali vengono trattate con farmaci indirizzati alla sintomatologia e alla soppressione della risposta immunitaria. Una ricerca italiana, condotta da alcuni membri dell’Università di Padova ha indagato le relazioni tra cannabis e patologie intestinali.
Il CBD, infatti, è in grado di inibire la produzione dei ROS e di ripristinare la permeabilità epiteliale, due dei principali fattori implicati nell’avanzamento delle patologie intestinali, suggerendo una possibile applicazione del cbd e intestino.