La cannabis riveste un ruolo importante nell’industria dell’intrattenimento. Fin dall’antichità è stata consumata da poeti e cantori per avvicinare le muse, e tutt’ora musicisti e creativi in genere continuano la tradizione. Ma la marijuana non è solamente uno strumento per l’artista, e spesso diventa essa stessa l’oggetto del messaggio creativo. Le opere d’arte a tema erboso sono infinite, e comprendono le più varie categorie, dalla scultura alla musica. Oggi vogliamo dare un’occhiata a come la marijuana viene rappresentata in un medium in certo verso recente e comodo: i film.
Di classifiche ne esistono infinite, e ognuna ha una sua ragion d’essere. Noi vogliamo consigliarvi i nostri 10 film sulla marijuana. Alcuni storici, altri recenti. Tutti a tema ganja.
Prima di partire coi film, val la pena menzionare che, così come è quasi impensabile andare al cinema senza i tipici popcorn, potrebbe essere altrettanto appropriato fare un salto al marijuana shop Weweed e fare scorta di cannabis legale, prima di dedicarsi alla visione di questi film ?.
La marijuana nei film
Qualcuno potrebbe forse obbiettare sulla liceità di definire il cinema come Arte, ma sicuramente non si può negare che la ganja a Hollywood scorre, eccome. Anche se fino a pochi anni fa era illegale, come in buona parte degli Stati Uniti. Per buona parte del secolo scorso inoltre, i produttori cinematografici non vedevano di buon grado una rappresentazione positiva della marijuana nei loro film. Esiste persino un un film degli anni trenta, intitolato Reefer Madness. Nella mente dei creatori doveva raccontare le tragiche conseguenze del consumo di erba, ma il risultato è un misero fallimento, tanto grottesco da diventare divertente.
Ad ogni modo, in epoca più recente i cordoni si sono allentati e i tabù hanno perso importanza. In molti film la marijuana è iniziata a entrare senza troppi problemi, e di questi ve ne vogliamo segnalare cinque.
La vita è un sogno
Questa pellicola degli anni novanta racconta le vicende di un gruppo di novelle matricole e della loro iniziazione da parte degli studenti più anziani. I toni sono leggeri, da commedia, e i temi principali orbitano attorno al concetto di appartenenza a un gruppo, che fa molta presa in america. La marijuana qui figura come collante per uno di tali gruppi, gli stoner o fattoni. Ma anche come ulteriore pietra miliare nel percorso di crescita dei protagonisti. Una scena particolare è quando decidono di farsi una buona fumata sulla linea centrale del campo di football, venendo naturalmente scoperti dalle autorità.
Fritz il gatto
La prima cosa da dire su Fritz il gatto è, se non l’avete visto, guardatelo.
Film d’animazione d’altri tempi, la marijuana vi figura prepotentemente, ma non è il protagonista assoluto.
Uscito nel 1972, quindi poco dopo il leggendario 68, le tematiche sono proprio quelle. Droghe, libertà, e comportamenti decisamente sopra le righe.
Il fatto che sia un film d’animazione non deve ingannare, non è destinato infatti ad un pubblico di bambini. Per nulla. Anzi, ai tempi Bakshi, il regista, si attiro moltissime critiche. Perfino quella di voler girare un cartone animato pornografico. Ora quelle accuse appaiono per quel che sono, eccessive e suscitate da una reazione di pancia ad un film indubbiamente provocatorio, ma la reputazione di film “malvagio” rimase. Anche se ciò non impedì a Fritz il gatto di incassare più di novanta milioni di dollari, e di guadagnarsi il plauso della critica. O almeno di quella di mentalità più aperta.
Un film oramai storico, da vedere, con o senza l’ausilio della marijuana (anche se, detto fra noi, la Super Skunk sarebbe abbastanza appropriata).
Ci vediamo venerdì
Anche questo film è una commedia, ma la marijuana riveste un ruolo parecchio più importante. I protagonisti sono due amici che si ritrovano a trattare con conoscenti e criminali, in un intreccio classico ma non terribilmente eseguito. Il fulcro è infatti una partita di marijuana che uno dei protagonisti avrebbe dovuto vendere per conto di un fornitore locale, e che invece si è allegramente fumato. Naturalmente il fornitore presenta il conto con tanto di minacce, e solo dopo varie peripezie i due riusciranno a togliersi d’impiccio. Non è la trama più brillante del mondo, ma le vicende fanno sorridere e la fetta di vita del quartiere che viene mostrata è interessante, seppur criticata dagli stessi sceneggiatori. Che meritano una menzione anche loro. Sono nientemeno che DJ Pooh e Ice Cube, famoso quest’ultimo per aver fatto parte dell’N.W.A.
Hansel e Gretel e la strega della foresta nera
“Un film con un titolo simile non potrà mai essere sulla marijuana” potreste pensare.
Beh, sbagliereste di grosso. Il film infatti prende sì ispirazione dall’imperitura storia dei due fratellini, ma con delle declinazioni inattese.
La prima è forse quella che meglio si adatta alla favola, ed è la declinazione come horror film. La versione originale della favola è infatti parecchio cruenta, e il regista ne attinge a piene mani.
Però rimane comunque un film sulla marijuana, e si capisce fin dalla prima scena, che contiene in sé gli elementi principali: un campo di marijuana, e una morte sospetta. La trama è a dir poco peculiare, e le cose che succedono non sempre seguono un filo logico o hanno propriamente senso. Non che sia un difetto questo, dopotutto le fiabe sono piene di avvenimenti apparentemente a caso.
Come pellicola in definitiva non è un capolavoro, ma può essere divertente se vi piace il genere.
Ah sì, val la pena menzionare che i produttori sono gli stessi di Twilight, nel bene e nel male.
“Erba” di Grace è il titolo del film. Marijuana di Grace sarebbe più corretto
Ancora una commedia, ma di stampo diverso. Ci troviamo infatti in Inghilterra, cornovaglia per la precisione. Una novella vedova si ritrova con molti debiti da pagare, e poche strade per farlo. Non possiede granché, oltre ad un giardino e un particolare talento per la botanica. La situazione precipita quando il tipico funzionario anonimo ingiunge il pagamento, e si risolleva quando l’amico giardiniere della protagonista suggerisce una maniera per raccimolare abbastanza denaro in poco tempo. Non è difficile, visto che di film sulla marijuana stiamo parlando, intuire quale sia questa strada. Ovviamente, impiantare una coltivazione indoor di marijuana in un paesino della cornovaglia non è cosa facile, e la protagonista dovrà confrontarsi con autorità e criminali. Fino ad un finale abbastanza scontato dove, non dirò come, l’intera cittadina si ritroverà piacevolmente rilassata, per merito dell’erba di Grace.
Ora, i ragazzi di WeWeed non sono rispettabili signore inglesi, ma in quanto a coltivazione indoor ne sanno altrettanto. Forse anche di più, e sono molti i tipi di marijuana che potete trovare nello shop. Tutte, ovviamente, perfettamente legali. Le più attinenti al film sono forse le fruttatissime Sweet Gelato #33 e la Blueberry, e potrebbero migliorare l’esperienza di visione.
Midnight Delight. Forse un film, sicuramente sulla marijuana
Midnight delight è una delizia che, purtroppo, non è stata tradotta e doppiata in italiano. Destino che accomuna molti film di nicchia, ma che non ci impedisce di scovarli e considerarli.
In questo film la marijuana gioca un ruolo fondamentale. Tutto si svolge infatti un una sala fumatori. Cosa si fuma? Marijuana ovviamente.
In questa sala si susseguono, sotto forma di vignette, le vicende scollegate e varie dei protagonisti. La narrazione è strana, profondamente sperimentale. Ogni protagonista è diverso, eppur simile ai compari, e offre una sua visione sulla vita in generale. Probabilmente non è molto diverso da quello che vede il gestore di un coffee shop olandese.
Anche le tecniche sono sperimentali, il copione è infatti ridotto al minimo, e l’improvvisazione è tanta e con risultati altalenanti.
Una pellicola decisamente fuori dal coro, dalla quale non dovete aspettarvi risate garantite o una trama ben definita. Non è nemmeno da buttar via però.
Libertà e paura
Conosciuto forse meglio come Easy Rider, questo film è per tanti un vero e proprio oggetto di culto. Jack Nicholson figura tra gli interpreti, e i fotogrammi che ritraggono chopper e deserto sprizzano sessantotto da tutti i pori. Il film ricorda un romanzo di Kerouac, raccontando gli incontri, le vicende, e sopratutto le esperienze di due amici che vogliono attraversare il paese senza un pensiero. Proveranno di tutto, dalla marijuana agli acidi (peraltro in un momento in cui gli hippies si stavano dando da fare con gli incroci, ne parliamo qua) , con risultati non sempre positivi. Conosceranno gente interessante, rischieranno la vita e, in finale… Non farò spoiler.
Come chiamare un film sulla marijuana? Marihuana
Sì, è successo. Per quanto possa suonare buffo. E buffo suona anche il film stesso, almeno nel 2020.
Marihuana è un film che come pellicola in sé non merita granché. Anzi, è proprio pessimo. Però è interessante come costruzione, e per il periodo storico nel quale si inserisce.
Si tratta infatti di un film del 1936, ed è stato girato con l’intento di cavalcare l’onda di una moda culturale. In particolare quella che vedeva la marijuana come erba del diavolo, una droga che devastava la vita di chiunque ne facesse uso. Le situazioni sono grottesche e improbabili, ed è come film sulla marijuana diverte più per il tentativo e l’obbiettivo che il regista si era prefigurato, che per la sua effettiva realizzazione.
The Tripper
Il gioco di parole qui è sottile, molto sottile. Tripper infatti è colui che viaggia, fisicamente o misticamente. E ripper era invece lo squartatore Jack.
Entrambe le parole hanno hanno senso se considerate in relazione alla pellicola. È pur sempre un film sulla marijuana, ma non brilla come qualità. La trama infatti è poco originale, e racconta di un gruppetto di hippies che decide di ricercare, o ricreare, l’atmosfera di Woodstock. Naturalmente a Woodstock l’erba non era solamente nel prato, ed ecco quindi che entra in gioco il Tripper di cui sopra. Naturalmente qualcosa andrà storto, e gli allegri hippies dovranno vedersela con un assassino psicopatico che gli darà la caccia. Indossando una maschera del presidente americano Ronald Reagan. Una sequela di citazioni dopo citazioni, che può far sorridere, ma non propriamente ridere.
Il grande Lebowski, il più grande film sulla marijuana
Non si può parlare di film e marijuana senza menzionare il Grande Lebowsky. Questa pellicola è un capolavoro. Il protagonista, chiamato in italiano “drugo” ma più correttamente in inglese “the dude”, è interpretato magistralmente da Jeff Bridges. Una performance tanto buona da aver generato numerosi meme. La trama in questo caso non è molto importante: c’è un uomo, la cui vita si svolge placida tra un cannone e un cocktail, che finisce improvvisamente impelagato in un intrigo più grande di lui. Come si verrà a scoprire in seguito, non c’entrava niente, ma a quel punto gli eventi sono già in moto. Tra situazioni irreali e improbabili avvenimenti, il drugo si ritroverà sballottato tra miliardari, veterani e criminali, in un viaggio divertente e leggero.