Fumo passivo cannabis, effetti

Staff WeWeed

fumo passivo cannabis
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Fumo passivo cannabis, ci sono effetti?

Con la legalizzazione che prende sempre più piede in diverse parti del mondo, fumare cannabis non è mai stato così facile. Ma come i fumatori ben sanno, la combustione porta con sé effetti spiacevoli e ripercussioni sull’organismo anche a lungo termine. Che si tratti di tabacco, cannabis thc, marijuana legale, o altre erbe, possono esserci si delle differenze, ma comunque si tratta di una pratica dannosa per il nostro organismo e da abbandonare. Cosa succede invece a coloro che inalano del fumo passivo? Quali sono gli effetti del THC passivo? Andiamo a scoprirlo.  

Effetti cannabis: quali sono

fumo passivo canna effetti

Iniziamo analizzando i ben noti effetti della cannabis. Per chi assume direttamente la sostanza, gli effetti possono variare a seconda di una serie di fattori (ad esempio percentuale di THC, quantità di marijuana presente nella canna, presenza del tabacco o meno).

Appena inalato, il THC viene trasportato nell’organismo tramite i vasi sanguigni e in circa 15 minuti inizia a depositarsi nei tessuti adiposi (cervello in primis), dai quali viene assorbito a diverse velocità.

A questo punto compaiono i primi effetti, di carattere psico-fisico: euforia, alterazione delle percezioni, battito cardiaco accelerato, arrossamento degli occhi e dilatazione della pupilla. Dopo la prima fase gli effetti dell’high vanno a calare, lasciando spazio a rilassamento, capacità di movimento ridotta, letargia e alla cosiddetta fame chimica.

Tra le manifestazioni a lungo termine troviamo similitudini con gli effetti del tabacco. Queste similitudini sono dovute alla combustione delle sostanze, che ha delle ripercussioni sui sistemi respiratorio e cardio-circolatorio.

E’ possibile ridurre questi rischi passando a metodi di assunzione meno invasivi, come ad esempio la vaporizzazione, l’infusione o l’uso edibile.

Effetti fumo passivo canna

Per quanto riguarda il THC passivo, gli studi condotti parlano in maniera chiara. Anche se siamo esposti al fumo passivo, il rischio di manifestare effetti legati alla sostanza psicoattiva è molto basso, praticamente nullo se si tratta di cannabis legale.

thc passivo

Per avere manifestazioni simili a chi la inala, dovremmo trovarci in un ambiente ristretto e non areato, in cui i fumatori consumino delle quantità esagerate di cannabis ad alto tasso di THC.

Anche in questi casi, gli effetti condivisi dal fumatore e dal non fumatore sono perlopiù arrossamento degli occhi e fame chimica. In pochissimi casi si sono manifestate letargia e un principio di tachicardia. Diffidiamo quindi da affermazioni categoriche del tipo “fumo passivo cannabis = fumare cannabis”

Si può risultare positivi ai test con il fumo passivo?

Come per gli effetti psico-fisici, è raro trovare un rapporto diretto tra fumo passivo cannabis e positività all’esame tossicologico. Da diverse ricerche effettuate in merito emerge che le quantità di THC presenti nell’organismo del fumatore passivo non siano tali da destare preoccupazioni in vista di analisi o esami specifici.

Andiamo ora ad esaminare nel dettaglio queste ricerche.

Quali sono gli studi a riguardo?

Le pubblicazioni più accreditate sull’argomento risalgono a due studi separati, uno condotto nel 2005 e uno nel 2010. Il primo studio ricrea l’esposizione al “fumo passivo canna” in un ambiente estremamente ristretto (all’interno di un’autoveicolo), mentre l’altro si concentra su una casistica più realistica, ovvero all’interno un coffee shop.

Primo studio: Passive cannabis smoke exposure and oral fluid testing. II. Two studies of extreme cannabis smoke exposure in a motor vehicle

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Questo studio parte da un semplice presupposto: creare delle condizioni di sovra-esposizione al THC passivo per poi controllarne la presenza negli esami tossicologici. Per fare questo, un gruppo di scienziati ha creato due esperimenti diversi.

In entrambi i casi, 8 soggetti sono stati collocati all’interno di un van. Di questi otto, 4 erano fumatori e 4 non fumatori; ogni fumatore era seduto accanto ad un non fumatore. Nel primo studio è stata somministrata cannabis mista a tabacco, con una percentuale di THC pari al 5,4%, e l’assunzione è avvenuta in un ambiente non areato. Nel secondo studio, invece, i partecipanti hanno fumato dei joint senza tabacco e con una cannabis più potente, con THC al 10,4 %. In questo caso l’assunzione è avvenuta in un ambiente con un buon ricambio d’aria. 

Successivamente, i ricercatori hanno somministrato ed elaborato i test orali, e i risultati sono stati chiari fin da subito. In entrambi i casi, passati i primi 30-45 minuti, i livelli di THC nei fumatori passivi risultavano ben al di sotto della soglia tollerata. (Addirittura nel secondo esperimento i livelli di THC erano negativi già nei primi campioni, prelevati subito dopo la fine della combustione).

Secondo studio: Concentrations of delta9-tetrahydrocannabinol and 11-nor-9-carboxytetrahydrocannabinol in blood and urine after passive exposure to Cannabis smoke in a coffee shop

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Il secondo studio, invece, prende in esame i fumatori passivi in un ambiente più “classico”: un coffee shop a Maastricht, in Olanda. In questo caso, ai volontari sono stati prelevati campioni di sangue ed urine prima e dopo l’esposizione alla cannabis, durata in tutto 3 ore. I test erano mirati a cercare tre tipi di cannabinoidi diversi: THC, THC-OH e THC-COOH. (Per chi se lo stesse chiedendo, gli ultimi due tipi di THC sono dei metaboliti che si formano nel corpo umano dopo l’assunzione del principio attivo).

Anche in questa circostanza, i risultati parlano chiaro: dopo le prime 3h i risultati erano negativi in quasi tutti i campioni. Nei casi degli esiti positivi, comunque, i livelli erano ampiamente al di sotto dei limiti legali.

Questo però non significa che il fumo (passivo o meno) non sia dannoso per la salute.

Il nostro scopo, nello scrivere quest’articolo, è semplicemente divulgativo: illustrare la correlazione “fumo passivo esame tossicologico”. Ricordiamo infatti che in Italia fumare canapa è illegale, e negli stati in cui è permesso si tende comunque a consigliare metodi alternativi.

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Alternative al fumo passivo cannabis

Partendo dal presupposto che in Italia è illegale assumere in qualsiasi modalità della cannabis ad alto contenuto di THC, le alternative sono molteplici e facili da reperire.

In primis, c’è tutto un mondo di prodotti a base di canapa al CBD: in questo modo si evitano gli effetti indesiderati del THC, mentre rimangono invariate le proprietà rilassanti della pianta di canapa. Oltretutto, eliminando la combustione i benefici non possono che aumentare.

A questo punto deciderete voi in che modo preferite farvi cullare dal CBD. Ad esempio, è possibile assumere dell’olio al CBD in diverse modalità: può essere ingerito direttamente oppure disciolto in bevande calde (es. the, tisane). In alternativa, potrete sperimentare con dei prodotti cosmetici alla cannabis light, oppure provare i liquidi per vaporizzatori a base di canapa sativa. 

Insomma, è possibile godere della canapa anche senza doverla fumare e preoccuparsi dei possibili effetti negativi!

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