Viaggio nel mondo della marijuana nella sua più semplice accezione: quella rollata.
Cos’è uno Spliff
Partiamo dallo spliff. Esso è tra i tipi di canna quello largamente più utilizzato, e tutti noi lo conosciamo, anche se magari sotto un diverso nome. La sua caratteristica più peculiare, e quella che lo definisce come tale, è il tipo di miscela vegetale che contiene.
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Nello spliff infatti, andiamo a fumare un miscuglio di erba e tabacco. La cannabis viene solitamente tritata prima con l’aiuto di un trita erba (chiamato grinder dagli appassionati), per avere un miscuglio più omogeneo. Le motivazioni di questo miscuglio sono varie e valide. C’è la ragione economica, infatti il tabacco, soprattutto se di infima qualità, è solitamente più a buon mercato della marijuana. Ma alcuni appassionati, soprattutto se alle prime armi o alle prese con una varietà di marijuana particolarmente potente, possono scegliere di mescolarla al tabacco per mitigare l’high derivante dalla ganja pura. Infine c’è ovviamente anche la questione di gusto, ad alcuni infatti piace bilanciare l’aroma esotico della marijuana con quello più canonico del tabacco.
Cos’è un Joint
Il joint è una versione, se vogliamo, più potente e pura dello spliff. La sostanziale differenza tra joint e spliff risiede proprio nella mistura di foglie triturate, che in questo caso è composta interamente da marijuana.
Il risultato è una canna dalla potenza senza pari, dove l’aroma della marijuana può esprimersi in tutta la sua interezza e complessità. Poi, che questo sia un pregio o un difetto dipende dai gusti. Ad alcuni infatti piace gustare unicamente la ganja, senza contaminazioni esterne, mentre altri preferiscono il joint per l’assenza totale del tabacco, e della miriade di sostanze nocive che esso contiene. Non dimentichiamo infatti che nel tabacco da rollare ci si trova spesso di tutto e di più, dalla nicotina al vero e proprio catrame.
Ultimo dettaglio importante, che esalta la purezza della ganja nel joint è il fatto che la cartina utilizzata è tipicamente leggera, di carta di riso o di canapa stessa. L’importante è che sia una cartina naturale e dal sapore quanto più neutro possibile, proprio per evitare aromi contaminanti.
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Cos’è un Blunt
Giungiamo infine al blunt, il più nobile, in un certo senso, degli spinelli. Se in spliff e joint la fanno da padrona le misture di foglie triturate, qui entrano in gioco altri tipi di foglie. In particolare, si tratta di foglie intere, e di tabacco.
Il blunt infatti può contenere sia ganja in purezza che una miscela di marijuana e tabacco. L’importante è che la cartina utilizzata per rollare non sia una vera e propria cartina, bensì una vera e propria foglia di tabacco.
Il risultato quindi è simile a un classico sigaro, dal contenuto però decisamente meno dannoso e più interessante. È infatti risaputo che se nel tabacco da rollare ci può finire di tutto, dai rametti alle foglie più rovinate, solo quelle migliori e più sane vengono selezionate per diventare materiale da cartina. Un blunt perciò avrà del tabacco solo la parte migliore, e conterrà probabilmente molte meno sostanze nocive.
Inoltre utilizzare come cartina il tabacco aggiungerà delle note dolciastre all’aroma della ganja e, fatto da non dimenticare, la costanza della combustione del tabacco aiuterà non poco al mantenimento della brace.
C’è da dire però che il blunt tende ad essere il tipo di canna più difficile da trovare, dato che le cartine semplici sono molto più diffuse e spesso le cartine a base di foglie di tabacco hanno un costo davvero alto.
Quali sono le differenze
Facciamo quindi un breve riassunto delle varie tipologie di canne.
Come primo tipo abbiamo lo spliff. Esso contiene una miscela di tabacco e marijuana, mentre è rollato con cartine qualsiasi. La combustione è tipicamente costante e dalla manutenzione praticamente inesistente. Utilizzando una cartina non troppo sottile infatti il tabacco contenuto nella miscela riuscirà tranquillamente a mantenere viva la brace e a distribuirla uniformemente. Tipicamente possiede un filtro, utile data la presenza del tabacco.
Passiamo poi al joint. Esso contiene unicamente marijuana pura, ed è rollato con cartine tipicamente sottili e dal sapore neutro. L’aroma della marijuana è sicuramente esaltato e disponibile in tutta la sua complessità, però questa purezza ha anche degli svantaggi. Infatti la marijuana pura ha una combustione più difficoltosa e disomogenea del tabacco. Unita alla sottigliezza delle cartine rende il joint una canna dalla gestione non banale, poco adatta ai neofiti ma che regala intense emozioni ai più esperti. Anche in questo caso è a volte presente un filtro, ma di tipologia più leggera.
Ultimo ma non ultimo, il blunt. Esso può contenere indifferentemente marijuana pura o miscelata, sebbene tipicamente si utilizzi quella in purezza, ed è rollato con una foglia o una cartina di tabacco. Il gusto è certamente unico, e la facilità di gestione si trova in una sorta di via di mezzo tra joint e spliff. La difficoltà maggiore è quella di riuscire a trovare le cartine adatte ma, una volta ottenute, il risultato è nobile e raffinato, e solitamente senza nemmeno un filtro vero e proprio.
Preferenze nei vari paesi
Qui in Europa, e sopratutto in Italia, lo spliff è la tipologia che va per la maggiore. Data la non chiarissima situazione legale della marijuana, i costi tendono ad essere particolarmente alti e perciò la miscelazione col tabacco è un’ottima maniera di risparmiare.
Nelle altre parti del mondo invece la situazione è diversa. L’America infatti è il regno del joint, almeno per l’appassionato medio. Coloro che hanno la disponibilità virano decisamente sul blunt, che invece è quasi sconosciuto nel vecchio continente.
In India infine, il joint tende a farla da padrone, non foss’altro a causa di una cultura in cui la marijuana pura riveste un ruolo di particolare rilievo.